DON RICCARDO3  don massimiliano intro

 (il messaggio questa volta è un po' lunghetto...ma non facendo più prediche...ne approfittiamo. Sedetevi per favore e possibilmente non leggete in fretta).

Sembrava dovesse essere un breve momento senza Messa e senza vita comunitaria.

Siamo invece alla quarta domenica di quaresima...e ci avviciniamo alla Pasqua, con molta probabilità anch'essa senza Messa insieme.Dopo averci condotto nel deserto della tentazione, sul monte della trasfigurazione, al pozzo dell'acqua viva... oggi lo Spirito ci conduce alla piscina miracolosa di Siloe per guarire la nostra cecità. Cecità? Pensiamo davvero di essere ciechi? Sicuramente oggi facciamo tutti fatica a scrutare con lo sguardo di Dio questo momento di vita. Torna la domanda: Dio dove sei? Perché questo male progredisce e azzanna senza sconti o privilegi? Pensate: oggi nel Vangelo Gesù compie i gesti che a noi raccomandano continuamente di evitare: "sputò per terra, fece del fango con la saliva, spalmò' con la sua mano il fango sugli occhi del cieco...". Altroché 'lavarsi le mani, mettere la mascherina per impedire il contagio della saliva, non toccare gli occhi con le mani sporche..." 

Il Vangelo di oggi sembra quasi sfidarci o non prenderci sul serio.
Non potrebbe essere al contrario un invito a renderci conto della nostra cecità nel riconoscere la presenza di Dio? Crediamo che Lui possa lavarci e insegnarci come uscire dal buio?

Certo Dio non si sostituisce all'encomiabile e generoso lavoro di tutto il personale sanitario o anche alla nostra responsabilità di stare alle regole... ma forse ci ricorda che dobbiamo anche guarire da un'altra cecità, quella interiore o del cuore come diciamo spesso.

Guarendo il cieco Gesù vuol insegnare che Dio è il Signore della luce che indica la strada, che aiuta a non sbagliare direzione o a perdersi nel buio delle scelte. Dio non è lontano, anzi è vicino, e ci accompagna.  Ancora di più, è dentro il nostro cuore, se glielo permettiamo, per renderlo forte e capace di scelte buone. La vera cecità oggi non è paradossalmente la minaccia della morte, per la quale, grazie a Dio, si prodigano all'infinito i medici..., ma la mancanza di senso, di speranza, di futuro, di una nuova vita più libera e meno condizionata. Non possiamo pensare che sia Dio a mandare questa prova. Come Gesù ha fatto con il cieco, oggi comanda anche a noi di andarci a 'lavare' (ora si a lavarci davvero dentro...) con l'acqua di Siloe che mossa dallo Spirito apre gli occhi, toglie le squame della paura, del non senso, del vagare a caso.

Oggi il Vangelo ci ricorda che l'azione divina dà pienezza al cuore e alla vita anche quando ci è tolto tutto. Dio è il buon Samaritano che ci raccoglie moribondi, devastati sulla strada, si fa vicino/prossimo, ci porta dall'albergatore ( che sono oggi i medici, gli infermieri, le medicine, l'ossigeno...), chiedendo abbi cura. E poi anche 'paga' per questo servizio, riconosce l'impegno messo. La bonaccia nella tempesta Qualcuno può ancora garantirla. 

Con affetto, amicizia e prossimità (per quanto ci compete nella preghiera e nella intercessione).

Don Riccardo e don Massimiliano

Ricordiamo che sui siti "Diocesi di Mantova" e "Ognissanti San Barnaba", potete trovare materiale e indicazioni utili per pregare e rinforzare la speranza.