Ci ritroviamo anche quest’anno a celebrare con solennità la festa di San
Anselmo da Baggio, milanese, coinvolto nel suo non facile percorso
spirituale e pastorale, è che diventa per noi tutti noi, presbiteri e cristiani
occasione per rinnovare, sul suo esempio, il nostro cammino di fede.
* Un primo aspetto importante del quale fare memoria nel suo impegno
pastorale è stata la disponibilità a promuovere il rinnovamento della vita
liturgica e spirituale della diocesi di Lucca, in cui era stato eletto vescovo,
avviando un coraggioso movimento riformatore della Chiesa e in
particolare della vita del clero. Animato da un grande ardore pastorale, è
stato un uomo e un pastore tra i più dotti del suo tempo, esperto
soprattutto di diritto, conoscitore della Sacra Scrittura e forte di una
solida formazione teologica e spirituale. Sotto la guida dello zio Anselmo,
futuro papa Alessandro II, maturò una viva passione per la riforma
della Chiesa e soprattutto moralizzazione del clero, sostenuto prima
dallo zio Vescovo e con il suo successore Gregorio VII, di cui fu convinto e
instancabile collaboratore. In verità, incontrò una forte opposizione,
soprattutto del clero, che lo costrinse dai suoi oppositori all’esilio. Trovò
rifugio presso Matilde di Canossa, della quale divenne consigliere
spirituale, e poi si stabilì a Mantova, come legato pontificio.
ANCHE LA CHIESA DEL NOSTRO TEMPO SENTE L’ESIGENZA DI UN
CAMBIAMENTO. PAPA FRANCESCO CHIAMA QUESTA ESIGENZA “LA FINE
DELLA CRISTIANITÀ”, INDICANDO LA NECESSITA’ DEL PASSAGGIO DA
UN CRISTIANESIMO DI TRADIZIONE A UN CRISTIANESIMO DI
CONVINZIONE, DA UNA CHIESA ANAGRAFICA A UNA CHIESA COINVOLTA
E MOTIVATA. FORSE MANCA ANCORA LA PREPARAZIONE E IL CORAGGIO
PER UNA NUOVA PASTORALE, PIU’ VERA, SINCERA E CONCRETA …
CERTAMENETE NON È SEMPLICE UN CAMBIAMENTO E PER QUESTO
DOBBIAMO INVOCARE LA LUCE DELLA SPIRITO SANTO…
* Il percorso di santità di Anselmo era pervaso anche da un forte spirito
monastico, tanto da designarsi come “vescovo e monaco” accompagnato
da una profonda devozione mariana. Ha dato un esempio di vita
estremamente austera, tutta impegnata nella preghiera, nello studio della
Scrittura e nella meditazione.
Giovanni Paolo II, nella sua lettera apostolica alla diocesi di Mantova (nel
1986), lo ricordò come «luminoso riflesso della santità̀ di Dio e del Figlio
suo Gesù̀ Cristo, (...) buon pastore nel provvedere ai poveri, nel dirigere
le anime, nel celebrare i sacri riti».
Questo è un altro suggerimento importante che Anselmo offre al nostro
tempo: il ritorno al vissuto della spiritualità, il passaggio dalla religione
alla spiritualità. La spiritualità chiede un ritorno a Dio, alle esperienze di
fede, come la meditazione, la preghiera, la riflessione, la contemplazione,
insieme anche ad attività caritatevoli, di sostegno, di ricerca del bello, del
buono e del vero, da coniugare poi con la vita comunitaria.
Sant’ Anselmo ha impegnato la sua vita come indica il buon pastore del
Vangelo, dedito a guidare il suo gregge ai quieti pascoli e al rifugio
nell’ovile, cioè nella casa del Signore.
don Riccardo
Santa Messa in Duomo delle ore 11:30 del 18 marzo 2025 -
Nella foto introduttiva un momento della celebrazione solenne in Duomo nella festa di Sant'Anselmo , con il vescovo Michele di Treviso. il vescovo Marco, tanti sacerdoti, tanti fedeli .
Da Riese, paese del Trevigiano, dove nacque Giuseppe Sarto - vescovo di Mantova alla fine dell'800 e poi futuro Pio,X- , è sceso un bel gruppo di fedeli e sacerdoti accompagnati dal vescovo Michele per festeggiare, con noi mantovani, Sant'Anselmo patrono di Mantova.