Mantova 24 Ottobre 2019
Incontro formativo per i lettori (e non solo) tenuto da don Manuel 
 
Pietro: Mc 8, 27-33; Mc 14, 26-31; Lc 22, 54-62; Gv 21
 
Pietro è una personalità poliedrica, avvincente.
Il suo carattere è ciò su cui Gesù dovrà lavorare parecchio! Organizzatore, forte, sicuro di sé, testone.
Gesù lo ha attirato attraverso le categorie del suo mondo culturale (la pesca): il Signore ci chiama dentro il nostro orizzonte perché possiamo accoglierlo
È la ‘grazia degli inizi’: una chiamata che – in sé – suscita un entusiasmo dentro coordinate per noi comprensibili. Pietro accetta la promessa di Gesù (‘Io ti farò’) e lo segue: prima si aderisce e poi si capisce… questo è normale nella logica vocazionale!
 

Mc 8, 27-33

Pietro intuisce nella Natura umana di Gesù il suo essere Figlio di Dio (e questo per grazia)
Gesù apertamente annuncia la sua Passione e Pietro lo rimprovera (Pietro si mette al posto del comando, guida lui la relazione con Gesù e ha proposte migliori per realizzare il Regno). Pietro reagisce perché il Messia non può perdere!
Pietro vuole ‘salvare il Salvatore’: Gesù lo sta deludendo perché non entra nel suo immaginario messianico
C’è quasi un delirio di onnipotenza da parte di Pietro che vuole salvaguardare Gesù da qualche errore strategico
“Stai indietro”: Pietro è il discepolo
“Satana”: l’avversario, colui che attacca il Regno confondendo! Gesù chiama Pietro ‘avversario’ perché il discepolo non vuole quello che vuole il Padre (cioè che l’umanità si senta amata, accolta e perdonata)
L’amore di Dio nella storia non è romantico/idealista, ma si esprime secondo la logica del Triduo pasquale (= vivere nell’amore/offerta è esporsi alla fragilità e al rifiuto). Pietro resiste a questa logica pasquale (cfr. Gv 13, 6-9)
Pietro vorrebbe servire Gesù alla sua maniera e non lo segue!
 

Mc 14, 26-31

Gesù parla di uno ‘scandalo’ che avverrà nei discepoli a causa sua: lo scandalo riguarda la salvezza… i discepoli attendono un tipo di salvezza (trionfante) che Gesù non può dare
Pietro si distingue dagli altri: ha la presunzione di fare a meno della Chiesa (e questo rende in partenza la sua posizione fragile!!) e, d’altra parte, c’è un desiderio vero (emotivo) di ‘stare’ con Gesù
Il peccato di Pietro è quello di appoggiarsi sulla sua mentalità (‘ho capito’) e sulla sua volontà (‘ho deciso’)… questa sarà la pedagogia illuminista
Pietro si sta costruendo un’identità che non durerà (= il Cristianesimo ‘delle promesse solenni’)
Gesù annuncia a Pietro il suo rinnegamento!! Quando avverrà la conversione di Pietro? Proprio nel rinnegamento, quando crollerà questa personalità costruita sull’onnipotenza (= ‘io ce la faccio ad amare Dio senza essere redento, senza lo Spirito Santo… a partire dal mio «Io idealista»’)
Il fallimento è il momento dell’umiliazione che può portare all’umiltà: non occupo più io ‘tutto lo spazio’, sposto il baricentro (questi sono ‘santi’ fallimenti)
La nostra cultura separa i ‘riusciti’ dai ‘non riusciti’, mentre la vera distinzione è tra ‘redenti’ e ‘non redenti’
 

Lc 22, 54-62

Pietro segue Gesù ‘da lontano’ (= distacco interiore… Gesù è lontano dalle attese di Pietro)
Il gallo canta la prima volta (= il Sommo sacerdote si svegliava) poi la seconda volta (= il Sommo sacerdote andava nel cortile dove si preparavano le offerte)
Pietro cede davanti ad una serva: rinnega Gesù, la Chiesa e se stesso… nega tutto! Ecco il capolinea dell’Io idealista… è tragico non ammettere che siamo figli di Adamo bisognosi di redenzione
Ma c’è un ‘istante’ in cui lo sguardo di Pietro incrocia quello di Gesù e la memoria di Pietro fa sintesi di tutto il rapporto con Gesù
Pietro capisce tutto nello sguardo di Gesù: è Gesù che è pronto a morire per Pietro e non viceversa (Pietro sperimenta la salvezza quando non ha più alcun appoggio su se stesso… e piange… il Battesimo delle lacrime)
Il rinnegamento ha distrutto la mentalità onnipotente dell’Io petrino, lo ha liberato dalla schiavitù del perfezionismo
 

Gv 21, 15-23

È la seconda chiamata di Pietro
La verifica è sulla relazione, sulla capacità di accogliere l’amore e di dare a Gesù non l’amore totale, ma l’amore possibile
Pietro ha, finalmente, il baricentro spostato su Gesù (‘tu sai tutto’) e allora confessa a lui che desidera dargli tutto l’amore di cui è capace
Pietro può seguire Gesù e lo può imitare: ha la ‘forma’ di Gesù (= l’offerta)
‘un altro ti condurrà dove tu non vuoi’: la volontà redenta (= fare la volontà di un Altro, del Padre)… ed essa arriva attraverso un cammino
Tutte le vocazioni hanno due tappe: entusiasmo, onnipotenti, passionali… poi arriva il Triduo pasquale e si rinasce come uomini/donne nuovi