Mi spiace non essere breve. Sono stato ispirato ad un percorso spirituale con i ritratti della Passione di Matteo. Potete leggerlo a piccoli tratti ed eventualmente rileggerlo. Importante poi è rispondere alla domanda finale
Giuda: Mazzolari osò definirlo ‘nostro fratello Giuda’; in effetti, quante volte siamo affratellati dal tradimento, quante volte il nostro cuore è insidiato dall’istinto di svendere qualcuno o qualcosa, un valore, la vita stessa nostra o dell’altro. L’errore di Giuda è stato chiudersi nella solitudine del suo peccato, lasciandosi andare in un baratro senza fondo.
Discepoli: hanno seguito Gesù, ma non l’hanno capito. Occorre altro tempo per loro, soprattutto quando parla di morte. Dormono, impugnano la spada, rinnegano, fuggono, abbandonano. Dopo, solo più tardi capiranno e faranno ‘mea culpa’. Gesù però saprà riabilitarli.
Sommi sacerdoti: sono l’immagine di chi custodisce un potere, non un servizio; il timore che Gesù sia davvero Messia li porta sempre più lontano da Dio, pronti ad andare contro la legge stessa. Chi intende seguire Gesù come un potere o un privilegio condivide la logica di questo gruppo.
Popolo: è sempre difficile capire cosa vuole il popolo; è facile influenzarlo e corromperlo. Nel caso di Gesù è stato semplice perché i capi hanno ‘sobillato’ la folla e hanno fatto ricadere su di essa la condanna. Le parole, sono terribili: ‘Sia crocifisso!’, e poi ‘Il suo sangue ricada su di noi e sui nostri figli’. Suona proprio come una maledizione, come purtroppo sta capitando al nostro mondo!
Pietro: è pronto a fare grandi proclami, a fare sacrifici … fin quando deve mettere la faccia e questo può costare tanto; Pietro è aperto all’azione dello Spirito …, ma è come se il seme cadesse in un campo di pietre e di rovi, pronto a soffocare i facili entusiasmi. Le parole di Gesù sul canto del gallo, saranno liberatorie.
Pilato: ciò che conta è non crearsi problemi …, anche se deve pagare un innocente; lascia decidere agli altri: i suoi valori sono quelli della massa, dei sondaggi, dei primi posti; non prende decisioni che creino fastidi, si adatta da “camaleonte” che sa stare con tutto, perché non ha un ‘suo’.
Soldati: eseguono gli ordini; non importa se quest’uomo è innocente. Oltretutto non si ribella, così facilita il lavoro … restano ai margini della vita, si accontentano del tornaconto pecuniario, si sentono forti in gruppo: presi da soli non hanno né testa, né cuore.
Cireneo: si mette a disposizione di Gesù … in quanto costretto, ma poi involontariamente si lascia coinvolgere. Entrare nella vita del condannato, lo mette in discussione. Non sappiamo come abbia reagito, ma certamente la situazione l’ha interrogato in profondità.
Centurione: vede nei segni e nella morte di Gesù una testimonianza del tutto originale, cui non è abituato. Esprime, unico tra tutti i presenti sul calvario, la prima professione di fede: ‘Davvero costui era Figlio di Dio!’.
Le donne sono fedeli a Dio anche se appaiono poco sulla scena, lo seguono; non lo abbandonano quando le cose vanno male; sono un gruppetto che cercano di capire, che colgono qualcosa di grande e di diverso e accettano di andare controcorrente …
Giuseppe d’Arimatea: è un discepolo ricco di Gesù, sente pietà per lui e per la sua morte, portandolo a donare, provvisoriamente, quel sepolcro nuovo che vedrà, per primo, rifiorire la vita.
Gesù (con Elia) è il protagonista che rimanda alla Risurrezione, alla Pasqua.
Tutto quanto ricordato probabilmente già lo conosciamo …, ma potrebbe essere utile oggi chiederci: in quale di questi personaggi mi ritrovo? Potremmo trovar spunti interessanti per vivere questa difficile Pasqua… Don Riccardo e don Massimiliano
SUL NOSTRO SITO ‘OGNISSANTISANBARNABA’ trovate un facile fascicolo per la preghiera della Settimana Santa in famiglia (sponsorizzata dal Vescovo Marco)
Giuda: Mazzolari osò definirlo ‘nostro fratello Giuda’; in effetti, quante volte siamo affratellati dal tradimento, quante volte il nostro cuore è insidiato dall’istinto di svendere qualcuno o qualcosa, un valore, la vita stessa nostra o dell’altro. L’errore di Giuda è stato chiudersi nella solitudine del suo peccato, lasciandosi andare in un baratro senza fondo.
Discepoli: hanno seguito Gesù, ma non l’hanno capito. Occorre altro tempo per loro, soprattutto quando parla di morte. Dormono, impugnano la spada, rinnegano, fuggono, abbandonano. Dopo, solo più tardi capiranno e faranno ‘mea culpa’. Gesù però saprà riabilitarli.
Sommi sacerdoti: sono l’immagine di chi custodisce un potere, non un servizio; il timore che Gesù sia davvero Messia li porta sempre più lontano da Dio, pronti ad andare contro la legge stessa. Chi intende seguire Gesù come un potere o un privilegio condivide la logica di questo gruppo.
Popolo: è sempre difficile capire cosa vuole il popolo; è facile influenzarlo e corromperlo. Nel caso di Gesù è stato semplice perché i capi hanno ‘sobillato’ la folla e hanno fatto ricadere su di essa la condanna. Le parole, sono terribili: ‘Sia crocifisso!’, e poi ‘Il suo sangue ricada su di noi e sui nostri figli’. Suona proprio come una maledizione, come purtroppo sta capitando al nostro mondo!
Pietro: è pronto a fare grandi proclami, a fare sacrifici … fin quando deve mettere la faccia e questo può costare tanto; Pietro è aperto all’azione dello Spirito …, ma è come se il seme cadesse in un campo di pietre e di rovi, pronto a soffocare i facili entusiasmi. Le parole di Gesù sul canto del gallo, saranno liberatorie.
Pilato: ciò che conta è non crearsi problemi …, anche se deve pagare un innocente; lascia decidere agli altri: i suoi valori sono quelli della massa, dei sondaggi, dei primi posti; non prende decisioni che creino fastidi, si adatta da “camaleonte” che sa stare con tutto, perché non ha un ‘suo’.
Soldati: eseguono gli ordini; non importa se quest’uomo è innocente. Oltretutto non si ribella, così facilita il lavoro … restano ai margini della vita, si accontentano del tornaconto pecuniario, si sentono forti in gruppo: presi da soli non hanno né testa, né cuore.
Cireneo: si mette a disposizione di Gesù … in quanto costretto, ma poi involontariamente si lascia coinvolgere. Entrare nella vita del condannato, lo mette in discussione. Non sappiamo come abbia reagito, ma certamente la situazione l’ha interrogato in profondità.
Centurione: vede nei segni e nella morte di Gesù una testimonianza del tutto originale, cui non è abituato. Esprime, unico tra tutti i presenti sul calvario, la prima professione di fede: ‘Davvero costui era Figlio di Dio!’.
Le donne sono fedeli a Dio anche se appaiono poco sulla scena, lo seguono; non lo abbandonano quando le cose vanno male; sono un gruppetto che cercano di capire, che colgono qualcosa di grande e di diverso e accettano di andare controcorrente …
Giuseppe d’Arimatea: è un discepolo ricco di Gesù, sente pietà per lui e per la sua morte, portandolo a donare, provvisoriamente, quel sepolcro nuovo che vedrà, per primo, rifiorire la vita.
Gesù (con Elia) è il protagonista che rimanda alla Risurrezione, alla Pasqua.
Tutto quanto ricordato probabilmente già lo conosciamo …, ma potrebbe essere utile oggi chiederci: in quale di questi personaggi mi ritrovo? Potremmo trovar spunti interessanti per vivere questa difficile Pasqua… Don Riccardo e don Massimiliano
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