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Ormai è un ritornello: la famiglia è in crisi. I sintomi della malattia che colpiscono la famiglia sono tanti: fragilità dei legami familiari, incomprensione tra generazioni genitori e figli, infedeltà coniugale, problemi economici, senso di frustrazione, carenza di comunicazione e dialogo. I motivi addotti per spiegare tale crisi sono anch'essi numerosi: l'impegno oneroso del lavoro o anche la sua mancanza, la fatica ad assumere impegni gravosi, la forte tendenza individualistica, la concezione maschilista della relazione, la rivendicazione femminista, perfino la televisione o gli hobby che isolano i membri della famiglia … In questo tempo poi, in cui siamo provati dal coronavirus, la famiglia è caricata di altre responsabilità e doveri, così da accentuare il già difficile equilibrio familiare.

C'è molto di vero in questa analisi. Il tempo natalizio che si conclude mette invero la famiglia al centro del nuovo progetto creativo di Dio, provocando un’altra ragione profonda della crisi familiare: la mancanza di spazio per Dio nella famiglia (la famiglia ‘senza’ Dio). La cultura moderna fa entrare nella famiglia il sociologo, lo psicologo, il politico, il medico di famiglia … benissimo, ma toglie a Dio, consapevolmente o meno, il permesso di entrarci. Al contrario, Dio mette la famiglia rimane al centro del suo progetto.
Ne consegue che viene spontaneo chiedersi come può la famiglia accogliere la guida di Dio nel suo percorso. La lettera agli Ebrei, parlando della famiglia di Abramo chiamato da Dio a raggiungere la terra promessa, afferma: Abramo partì senza sapere dove andare (Eb 11,10). Anche Maria e Giuseppe iniziano il loro percorso familiare nel dubbio e nell'incertezza, senza sapere che cosa il progetto di Dio poteva loro riservare. Ed è così per ogni famiglia. Quando una coppia decide di sposarsi, non può sapere dove la vita la porterà. Può avere progetti, aspettative, propositi …, ma non può sapere quali situazioni, buone o cattive, potrà attraversare.  Anche la nascita dei figli porta gioia, speranza, responsabilità, dedizione totale …, ma i genitori non possono preventivare che cosa riserverà la vita alle loro creature. La famiglia richiede dunque una preventiva condizione di fiducia tra gli sposi, ma anche una fede certa nel Signore che la guida e la orienta nel cammino. Nell'equilibrio familiare non è in gioco solo la volontà o gli obiettivi che gli sposi si possono dare, ma anche il progetto di Dio, il suo modo di intendere la vita, le scelte giuste da compiere …, tutto da scoprire ovviamente.

Come e dove riconoscere la mano di Dio? Il vegliardo Simeone, guidato dallo Spirito, prendendo tra le sue braccia il bambino Gesù presentato al tempio, esclama con riconoscenza: “ *i miei occhi hanno visto la salvezza per tutti i popoli* ” (Lc 2,30); anche la profetessa Anna riconosce il senso divino di quel bimbo. I due anziani riconoscono il Figlio di Dio con l'intelligenza della fede, portando luce e chiarezza alla loro vita. Nel suo percorso, anche quando accidentato, la famiglia non è sola, non è lasciata a se stessa, ma è accompagnata dalla presenza provvidente di Dio che guida i suoi passi, soprattutto nei momenti fragilità. Diciamo allora che la famiglia si trova di fronte ad una scelta: lasciarsi accompagnare da Lui o rifiutare il suo aiuto e fare di testa propria. Certo lo Spirito di Dio e l'esempio di Gesù non danno la ricetta per risolvere i problemi quotidiani, ma possono sicuramente offrire l'indicazione della strada per cercare le soluzioni, accompagnati dal vangelo, dalla preghiera, dall'eucaristia, dalle opere di misericordia, dalle sagge mediazioni delle persone illuminate dalla fede.

Iniziando un nuovo anno rimane dunque aperta la domanda: vogliamo progettare la nostra vita alla luce dei nostri criteri, desideri, aspettative …, oppure proviamo a lasciarci guidare dalla stella, cioè dalla sapienza divina?                          

_P.S.: la riflessione non esclude i ‘singol’, in quanto tutti abbiamo una famiglia di riferimento. Con qualche precisazione la riflessione può essere valida anche per la famiglia allargata che è la comunità._  

Buon anno e buon cammino. 

Don Riccardo