di don Riccardo

angeli

Che Natale sarebbe senza gli angeli?

È l’angelo Gabriele che annuncia a Maria la sua prossima maternità divina; è un Angelo che in sogno rassicura Giuseppe del suo matrimonio con Maria; sono gli Angeli che cantano sulla grotta nella notte per svegliare i pastori e annunciare la nascita del Bambino; è ancora un Angelo che avverte Giuseppe che è meglio riparare altrove per sfuggire alla furia omicida di Erode…

Sarebbe troppo semplicistico immaginare gli Angeli come creature eteree, con abiti fruscianti e luminosi e con grandi ali per volare sopra le nubi del cielo…, senza renderci conto di averli molto più vicini di quanto possiamo pensare, altrettanto efficaci come quelli del Vangelo, sempre pronti a ispirare un consiglio, un orientamento per non perdere la bussola.

Tutto parte dalla consapevolezza che c'è sempre qualcuno che si prende cura di noi, qualcuno che porta nella nostra quotidianità l'amore gratuito di un Dio che si fa compagno di viaggio. Gli Angeli custodi sono il volto di un'attenzione affettuosa e discreta, portatori di una luce calda e accogliente. La Chiesa e le sacre scritture ci invitano a riconoscere gli Angeli come premurosi compagni celesti che Dio ci ha donato come sostegno nel nostro cammino quotidiano e al nostro esodo da questa vita a quella eterna. “Io mando un angelo davanti a te per custodirti sul cammino e per farti entrare nel luogo che ho preparato” (Esodo 23,30).

Il Vangelo indica la presenza angelica come un mistero di semplicità e di piccolezza. “Guardate di non disprezzare uno solo di questi piccoli, perché, io vi dico, che i loro angeli nei cieli vedono sempre la faccia del Padre mio che è nei cieli” (Matteo 18,10). Il senso del nostro pellegrinaggio in questo mondo, infatti, non consiste nel diventare più grandi degli altri, ma nell'imparare a essere come gli altri, senza cercare di affermarci su di loro, raggiungendo una posizione di presunta superiorità. Il vero ostacolo nel viaggio della vita non è mai il rapporto con ciò che è più grande di noi, ma al contrario il rapporto che fatichiamo a stabilire con la nostra piccolezza e con il bisogno di essere accolti, arte nella quale i bambini sono veri maestri. “Chi accoglierà un solo bambino come questo, nel mio nome, accoglie me” (Matteo 18,5).

Diventare piccoli è il cammino che ciascuno di noi deve compiere per maturare l'immagine divina che Dio ha scolpito nella nostra umanità. Gli Angeli custodiscono e accompagnano questo mistero di piccolezza e di grandezza, che non è altro che il dono della nostra divina umanità. Perché questo dono si compia, gli Angeli ci proteggono dalla paura di non saper corrispondere alla grazia di Dio e alla tentazione di confidare troppo nella nostra capacità di comprendere e di fare.

«Ti auguro che l’angelo possa condurti dentro il silenzio, in modo che tutte le tue riflessioni, con le quali commenti la tua vita, possano tacere. Solo allora potrai ascoltare i silenziosi impulsi che si levano dal tuo cuore e ti promettono che qualcosa di nuovo potrà nascere anche in te» (Anselm Grün). Non dimentichiamo di mettere nel presepe o sull’albero l’angelo annunciante: può rendere più autentiche le nostre relazioni tra sposi, genitori e figli, famigliari, amici, colleghi, persone in difficoltà …

Don Riccardo