il 28 Novembre 2023 in San Barnaba in occasione della Visita Pastorale
La serata inizia con un momento di preghiera, quindi Giuseppe introduce il tema dell’incontro:
“Come rinnovare la formazione liturgica nelle nostre comunità?”. Prosegue poi spiegando il senso del gruppo liturgico: è indispensabile sentire una vocazione ad aiutare le comunità dedicando un po’ di tempo al prossimo. Obiettivo principale del gruppo liturgico è fare in modo che la comunità viva intensamente lo spirito liturgico. L’animazione consiste nel coinvolgere l’assemblea nella ricerca di un clima di silenzio e di preghiera. La persona che appartiene al gruppo liturgico deve risultare “trasparente “ all’assemblea e deve aiutare a comprendere il mistero della celebrazione.
Tutte le azioni della Chiesa sono segnate dal senso di comunione e dalla ricerca delle giuste sinergie con tutti i gruppi parrocchiali: l’essere partecipante, prima di essere attore di animazione, sottolinea anche l’importanza di conoscere le comunità affinché le celebrazioni siano preparate e non improvvisate.
Le parole, i gesti, i simboli e i riti hanno un significato teologico e liturgico e il gruppo liturgico ha la missione di aiutare a scoprire la loro verità ed autenticità. Attraverso la sinestesia il sentire e vedere Dio diventa un sentire e vedere in Dio. Conclude tracciando una proposta di metodo di lavoro per i gruppi liturgici-
Maurizio P. sottolinea la differenza tra lettura e proclamazione della parola osservando che nelle nostre celebrazioni eucaristiche noi leggiamo in modo soddisfacente mentre siamo abbastanza incerti nella proclamazione. Ricorda poi che, per mezzo della sua Parola, Dio ci introduce al Suo Mistero: il lettore che presta la propria voce al Padre ha quindi una grande responsabilità in quanto non svolge solo un servizio ma vive un’esperienza di fede.
E’ quindi necessaria una formazione continua di tipo liturgico, biblico, tecnico e, soprattutto, spirituale. La risposta di assenso che l’assemblea celebrante esprime nella professione di fede sarà tanto più sincera quanto più la Parola proclamata sarà stata accolta.
Per quanto riguarda il canto liturgico, Marina pone in evidenza come esso abbia la funzione di esprimere la salvezza operata da Cristo e di manifestare una verità che supera la natura umana e che ci rimanda alla realtà del Regno di Dio. Il canto diventa preghiera cantata capace di rendere l’assemblea convocata dal Signore un corpo unico che si rivolge a Dio. Esso ha esigenze e funzioni particolari: è per Dio e per i fratelli, per la gloria di Dio e l’edificazione dei fratelli.
Il testo è molto importante, deve essere aderente alla Parola di Dio e al tempo liturgico per potersi rivolgere a Dio. Non si deve fondare su sensazioni soggettive ma sui misteri della Chiesa che vengono celebrati nella liturgia attraverso i vari riti. Molto importante la pertinenza liturgica, l’uso di forme musicali adatte per la liturgia, anzi plasmate sull’azione liturgica. Il canto deve dare la giusta rilevanza alla melodia che aiuta a comprendere il momento liturgico, deve essere eseguibile per questo va adattato al tipo di assemblea prevedendo delle parti specifiche per il coro qualora sia presente. Per i vari attori impegnati nell’animazione del canto è necessaria una formazione musicale, liturgica, biblica e pastorale.
Maurizio M. inizia con una citazione: “ Fammi vedere come celebri e ti dirò che comunità sei”. Tale citazione ci porta a considerare quindi che la celebrazione eucaristica può essere lo specchio della vita di una comunità. I celebranti sono il Signore Gesù per mezzo del suo Spirito e l’assemblea riunita che è il Suo corpo. Nella liturgia è Cristo che legge e spiega le Scritture, che dona sé stesso e crea comunione; in forza del Battesimo ricevuto anche l’assemblea diventa “essere liturgico” e da essa nascono servizi e ministeri particolari che sono doni che ciascuno ha ricevuto quindi non come un possesso ma per metterli a disposizione della comunità. Concludendo, auspica che il tema della ministerialità e dell’educazione al servizio diventino oggetto di riflessione e approfondimento attraverso percorsi dedicati che contribuiscono a far maturare una maggiore sensibilità al “mettersi a disposizione” per la crescita comune.
Dai lavori di gruppo che sono seguiti sono emersi alcuni concetti:
°) coinvolgimento di più persone nella preparazione della liturgia
°) partecipazione delle giovani famiglie e dei bambini
°) coordinamento delle attività dei singoli ministri da parte del gruppo liturgico
°) difficoltà a far cantare l’assemblea
°) proclamazione della Parola: formazione sui testi biblici e sulla tecnica.
Istituire la “Lectio” nelle parrocchie.
Il Vescovo Marco, sintetizzando le risonanze ricevute, esprime le seguenti considerazioni:
- la liturgia, in quanto manifestazione dell’incontro con il Signore, diventa priorità alla quale, eventualmente, sacrificare altre attività;
- necessità di formare gruppi liturgici per coordinare le varie ministerialità, dando ordine alla liturgia;
-l a liturgia evangelizza anche nella bellezza del celebrare;
- l’atteggiamento liturgico deve essere immersivo (lasciarsi coinvolgere completamente nella celebrazione), impressivo (imprimere un movimento, un cambiamento) e non espressivo;
- curare la formazione tecnica, biblica, pastorale organizzando corsi specifici per ogni ministerialità per creare una sensibilità liturgica propedeutica al celebrare con arte;
- porre attenzione alla scelta dei canti perché siano legati al momento liturgico che si sta celebrando e all’assemblea presente;
- maggior coinvolgimento delle persone disabili nella celebrazione nei momenti più idonei come ad esempio la processione offertoriale;
- favorire il ministero dell’accoglienza e curare qualche momento di incontro dopo la Messa (sagrato)
- catechesi liturgica: posizione del corpo, recuperare il silenzio prima dell’inizio della celebrazion