E' ancora attuale il testo di Ida Bozzini, parrocchiana di S. Barnaba (deceduta nel gennaio 2010) appassionata ed attiva nell'annunciare la Parola del Signore, la Buona Novella. E' con lei che nella Sacrestia vecchia di San Barnaba alcuni adulti hanno incominciato a ritrovarsi al sabato pomeriggio per riflettere sulle letture della domenica. Così è iniziata la bella consuetudine della Lectio Divina a cui tutti possono partecipare - ogni sabato alle ore 17
"LA CARITA’ DEL VANGELO
In ogni secolo nascono parole nuove, che, usate una volta dagli addetti ai lavori, poi entrano nel vocabolario di tutti, anche senza che se ne conosca il pieno significato. Anche nella Chiesa, soprattutto dopo il Concilio Vaticano II, cioè da circa trent’anni a questa parte, sono venute fuori parole nuove o meglio sono state riportate alla luce parole amiche cadute in disuso.
Catechesi ed evangelizzazione sono due di questo parole. Risuonano continuamente in Chiesa, sul giornalino, negli incontri.
Ora vorrei su di esse riflettere un momento con voi, perché coinvolgono la vita della nostra parrocchia così come l’ha proposta il Consiglio Pastorale parrocchiale all’Assemblea che si è tenuta nel giugno scorso.. Evangelizzare
Evangelizzare
significa compiere l’annuncio del vangelo, Vangelo significa "buona notizia". La buona notizia è che Dio ha mandato suo Figlio in terra, Dio come Lui, uomo come noi, a vivere – insegnare, sanare dalle malattie e dai peccati, soprattutto dal peccato di incredulità, a morire e a risorgere per aprire la porta del Regno, cioè di una vita eterna di giustizia e di pace, a tutti gli uomini. E’ l’annuncio che giunge per primo ai pastori nei campi di Betlemme da parte degli angeli osannanti, è l’annuncio che giunge ai saggi dell’Oriente tramite una cometa che li guida a cercare e trovare il re dell’universo.
La Chiesa ha ricevuto da Gesù il compito di continuare nei secoli in tutti gli angoli della terra a portare a tutti gli uomini questo annuncio. Lo fa attraverso tutti coloro che ne fanno parte, che hanno accolto l’annuncio, che hanno ricevuto il Battesimo. Il Battesimo che ci fa figli di Dio, fratelli di Gesù Cristo, a lui inscindibilmente uniti, ci fa anche evangelizzatori.
L’evangelizzazione non è una cosa da gente speciale; tutti abbiamo il compito di annunciare Gesù, di testimoniare la fede in Lui, di proclamare la sua parola, di dare ragione alla speranza che Lui ha messo in noi
... è una gioia
Chi avendo la gioia di aver conosciuto Gesù, ascoltando la sua parola, di essere entrato in intimità con Lui, mangiando il pane eucaristico, di essersi sentito liberato dall’egoismo e aperto verso gli altri mediante la carità che egli ha messo nei nostri cuori, non può non avere il desiderio che altri possano avere la stessa gioia.
... è un compito
Evangelizzare è quindi un compito ed anche “il primo e fondamentale atto di carità verso l’uomo”. Questo è il significato del titolo di questo articolo e il programma pastorale della Parrocchia: la carità del Vangelo. Significa che la comunità cristiana di San Barnaba vuole assumere da quest’anno esplicitamente il compito di far arrivare la buona notizia al maggior numero di persone possibile, per donare la parola di verità e di vita che Gesù stesso è venuto a dire agli uomini.
Immagino che cosa pensano tanti cristiani: ma io non lo so fare, io non mi sento, io non sono capace, io non so parlare, e via di seguito.
Penso che molti cristiani evangelizzano senza saperlo, ogni volta che si trovano a contatto con le persone, dicendo quella parola cristiana che sgorga dal cuore, per confortare, per orientare, per consigliare. E questo è molto importante.
Ma occorre fare di più. Gesù andava a trovare gli uomini là dove vivevano per insegnare loro incessantemente che il regno di Dio era vicino e per indicare le condizioni per accoglierlo.
I cristiani dovrebbero mettersi tutti in condizioni di proseguire questa opera di Gesù, soprattutto nel nostro tempo nel quale molti hanno abbandonato la pratica cristiana dopo aver ricevuto i sacramenti, molti non credono, molti sono indifferenti e vivono come se Dio non ci fosse o fosse “morto”. A questo punto si fa avanti la seconda parola su cui vogliamo riflettere: catechesi
Catechizzare
Catechizzare vuol dire risuonare e far risuonare. Si fa risuonare dentro di noi un motivo musicale, un ricordo, una parola, un avvenimento, per assaporarne ancora la dolcezza, per trarne ancora godimento, per capirlo di più nei suoi significati che si disvelano un poco alla volta. Allora Catechesi indica quell’azione con la quale io, cristiano, continuo a ripetermi il primo annuncio della buona notizia, cercando di comprendere sempre di più che cosa vuol dirmi la Parola di Dio, il Vangelo di Gesù, che cosa vuol continuare a donare Dio con la sua azione alla mia vita, quale senso le dà in ogni circostanza lieta o triste.
Capire di più
Ogni cristiano trae gioia dal conoscere sempre meglio le “grandi cose” che il Signore opera nel mondo, nella storia, nella vita di ciascun uomo, trae gioia e forza dal capire quale impegno d’amore Dio mette in opera per rendere felici le sue creature. A volte la nostra vita cristiana è pesante, la nostra fede è tenue, perché non conosciamo bene il Signore. E il Signore non si finisce mai di conoscerlo perché è il Signore. E quanto meno lo conosciamo tanto più insignificante è anche la nostra pratica della Messa domenicale, più facile l’indifferenza e la dimenticanza, più faticoso vivere. Quanto meno lo conosciamo tanto più difficile è saper parlare di Lui, saper dire la sua parola a chi inconsapevolmente l’attende e nessuno gliela dice.
Da adulti
La catechesi non è solo cosa da bambini, anzi è principalmente cosa da adulti, cioè da adulti che sanno quello che fanno, che riflettono sulla loro vita, che ne ricercano il senso e che vogliono vivere in pienezza.
Allora, accogliendo in questo Natale, come i pastori e i re magi l’annuncio di Gesù che è venuto nel mondo per noi, vogliamo fare il proposito di “approfondire” la “buona notizia, di farla risuonare dentro di noi?
In compagnia
In Parrocchia ci sono alcuni gruppi di catechesi degli adulti che si ritrovano in giorni e in orari diversi. La “buona notizia” risuona più chiara quando la si ascolta insieme, tra fratelli nella fede.
Anzitutto per vivere noi stessi più consapevolmente la nostra fede. Ma anche per poterne fare un dono di carità ai nostri fratelli che ne hanno fame e sete e non trovano chi dia loro da mangiare e da bere la parola che li sazia."
Ida Bozzini