PER RICORDARE DON CLAUDIO....

flash sulla sua....spiritualità e sul suo  "esodo sacerdotale"...            

ALCUNE RIFLESSIONI-APPUNTI

di don Renato Pavesi

Formazione di Claudio: Il Concilio, il ’68, Paul Gauthier, Voillaume, il Terzo Mondo, corso CEIAL, Populorum Progressio, Medellin (vedere-giudicare-agire). Non cita mai l’AC, ma c’era il precedente di A. Paolo e di C. Carretto divenuti piccoli fratelli.

Viana(Brasile): apprendistato con don Helios; incontro con una pastorale nuova, con la Teologia della Liberazione: un cristianesimo che libera.

 Il povero, massa scartata dal banchetto della vita: povertà strutturale, sociale;

scelta preferenziale per i poveri, Comunità di base (nuovo modo di fare chiesa); la CPT: condividere, coscientizzare, organizzare.

Come Loro, In mezzo alle Masse: significativi gli appunti degli esercizi spirituali del 1998, gli ultimi; lettura di Marco e della vita di De Foucauld: “in mezzo ai Tuareg, inculturazione (uno di loro) e presenza molto profonda”;

frutto dice Claudio: la presenza gratuita, da oranti. Portare dall’infraumano all’umano, alla dignità: presenza gratuita, cioè nella preghiera, vale a dire, nascosta, il che implica spoliazione, come Gesù crocifisso. Spoliazione: niente protagonismi, potere, successo;

ricerca dell’ultimo posto,

Discepoli di Gesù: identificazione interiore del cuore, dei progetti di vita: qual è il mio progetto, si chiede.

Il suo progetto: valore della gratuità, del piccolo, dell’amore pastorale.

“…in mezzo al popolo…servitore del popolo…dove il popolo sta…un prete non più leader e neppure padre che è a capo di opere sociali e organizzazioni, ma fratello che aiuta il popolo nella sua” autopromozione…” .Le ultime parole del diario sono: “La Chiesa, principalmente la Chiesa dei poveri fedele al Conciloio ed al compimento di Medellin”.

 Una mistica del condividere la vita dei poveri come situazione privilegiata dell’incontro con Gesù Cristo; diventare uno di loro, perché essi ti insegnano, ti sono maestri nella fede, in quanto sacramento del Signore (fratello universale). Una immersione che è spoliazione, nascodimernto come Gesù di Nazaret (spiritualità di Nazaret).

Però lottare con loro per la loro dignità, emancipazione, denunciare l’ingiustizia (teologia della Liberazione): “ Tutto è politica, ma la politica non è tutto”.

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CRONOLOGIA DI DON CLAUDIO BERGAMASCHI

12 febbraio 1937: Don Claudio Bergamaschi nasce a Mantova;

18 giugno 1966: Don Claudio è consacrato sacerdote;

1966-1968: Don Claudio è curato a S. Apollonia;

1968-1969: Don Claudio è assistente GIACC (Azione Cattolica)e assistente guide AGI;

1969: Don Claudio frequenta il corso CEIAL;

17 febbraio 1970: Don Claudio parte da Genova in nave per il Brasile;

17 marzo 1970: Don Claudio arriva a Viana al posto di Don Dante Lasagna;

aprile 1970: Don Claudio inizia il il servizio pastorale a Sao Vicente Ferrer, Cajapò e Sào Joào Batista;

giugno 1971 - luglio 1972: presenza di Don Arnaldo Caleffi a Viana;

giugno 1971: Don Dante torna a Mantova;

giugno 1972: rientro di Don Claudio in Brasile a Recife dal suo primo viaggio in Italia;

gennaio 1975: morte di Don Helio Campos vescovo di Diana;

1975: viene a collaborare con Don Claudio e con le suore padre Carlo Ubbiali insieme a Maurizio Gamba; espulsione dalla diocesi di don Mario Aldighieri;

1975: nomina di don Adalberto da Silva;

1976: ritrovo a Bom Jardin di don Claudio con frate josè (parrocco che poi viene espulso dal vescovo) e altri;

aprile-maggio 1976: don Claudio in Italia; crisi col vescovo da Silva in Brasile;

novembre 1976: repressione dei militari;

dicembre 1976: atti di vandalismo nella chiesa parrocchiale con sottrazione di scritti di don Claudio, delle suore e di una lettera dei vescovi che denunciavano la dittatura militare;

1977: arrivo di due nuovi preti Maranhensi, padre Morais e padre Sebastiào nominati dal vescovo; don Claudio si reca a fare un corso a Rio Grande do Sul;

luglio 1977: don Claudio si rende conto che è tempo di uscire dalla diocesi; nell'estate mons. Rosa fa visita a don Claudio;

novembre 1977: don Claudio se ne va da Viana insieme alle suore Sàao Luis; suor Aurora si ammala gravemente . Dom Motta arcivescovo di Sàao Luis offre a don Claudio la possibilità di andare a Sào Mateus;

novembre 1977: primo arrivo a Sào Mateus;

8 dicembre 1977: don Claudio si trsferisce a Sào Mateus;

quaresima 1978. nomina di don Claudio a parroco di Sào Mateus; poi arrivano le suore;

maggio 1978: don Claudio torna in Italia, dopo aver scoperto di essere persona sgradita in Brasile;

settembre 1978: don Claudio arriva a Belem. Detenuto dalla polizia tra 7 e 8 settembre;

settembre 1978: don Claudio va a Sào Mateus;

ottobre-novembre 1978: a Sào Mateus arrivano le suore Stefania, Adelia, Aurora e Daniela;

luglio 1979: don Maurizio Maraglio va in Brasile per una visita di un mese;

Dal 1980 iniziano i problemi per la terra e le prime lotte sindacali;

Luglio 1982: don Claudio diventa responsabile della CPT del Maranhào, a cui collaborafino al gennaio del 1986;

gennaio 1983: a Sào Mateus arriva don Maurizio; da luglio, don Maurizio lavora in parrocchia mentre don Claudio lavora alla CPT;

primavera 1985: don Claudio torna in Italia;

dal 1985 si inaspriscono le lotte per la terra;

maggio-agosto 1986: don Maurizio torna in Italia; in settembre don Claudio è in Italia per festeggiare il 50° di matrimonio dei genitori;

dal 20 al 26/27 ottobre 1986: don Claudio è a S. Vincente con le suore; il 28 ottobre don Maurizio muore per mani violente;

nel settembre 1986 si è tenuta la prima romaria per la terra;

1987: costruzione nuova chiesa . Suor Aurora si aggrava e muore;

gennaio 1988: don Flavio Lazzarin arriva a Sào Mateus;

1990: don Gastone Tazzoli va a Sào Mateus, don Flavio a Alto Alegre e sostituisce don Claudio nella responsabilità della CPT;

1995: don Claudio è solo a Sào Mateus perchè don Flavio, già responsabile della CPT a Coroatà, va a Miranda, mentre don Gastone diventa rettore a S. Luis; padre Valdecì collabora con don Claudio;

10 gennaio 1997: muore in un incidente stradale

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TOMBA DI SON CLAUDIO

Qui , è sepolto don Claudio

Una lettera di don Claudio  tratta dal libro “ CITTADINO DELL’INFINITO”   a cura del Centro Missionario Diocesano e della Parrocchia di Ognissanti

 SAO MATEUS 13 FEBBRAIO 1979

Carissimo monsignore (mons. Giosuè Rosa, all'epoca parroco di Ognissanti),

riprendo la comunicazione fraterna e vengo a darle mie notizie. Dal 4 febbraio, d'accordo con l'arcivescovo di Sᾶo Luis, sono residente a Sᾶo Mateus, come "parroco". È cominciato così  nuovo cammino con nuovi fratelli, nuovo popolo di poveri, di oppressi, amati dal Signore e chiamati ad essere suo popolo, popolo libero, di re, di sacerdoti, di profeti, chiamati a fare della loro vita un culto libero liberante, al Signore della Storia, a celebrare col Risorto la Pasqua. Le suore in questi giorni sono qui con me arricchendomi della loro presenza fraterna. Abbiamo cominciato la celebrazione della Quaresima, la celebrazione del nostro ritorno al Signore, cercando di approfittare di questo tipo favorevole per un rinnovato impegno verso il Signore, attraverso i fratelli.

Sento che il Signore mi sta accompagnando con nuova benedizione perché si è ravvivato in me l'impegno (…) e personale della preghiera, della meditazione, e l'ascolto accorato dei fratelli, delle loro sofferenze e delle loro grida. Il tema proposto dei vescovi in questa Quaresima è particolarmente concreto, politicizzante, sfidante: "LAVORO E GIUSTIZIA PER TUTTI" e attorno a questo tema-problema stiamo raccogliendoci assieme alle comunità e stimolati da questo problema stiamo cercando di avvicinarci alla situazione scoperta dei contadini per essere coscientizzati e coscientizzare.

Ieri ho compiuto 41 anni; è stato un giorno pesante per le celebrazioni, una riunione delle comunità e per un patto di sangue accaduto con marito e moglie feriti a coltellate da un vicino; la visita al piccolo ospedale ci ha rattristato per la mancanza di tutto, per la mancanza di rispetto ai poveri ammalati, per la presenza di un chirurgo giovane non ancora formato che, con eccessiva tranquillità e per imparare, mette in pericolo la vita altrui in una sala operatoria orribile e non completamente attrezzata.

Dopo la messa della sera la comunità mi ha fatto sorpresa: hanno invaso la casa con allegria e tanto affetto per celebrare il mio anniversario, spartire dolci e darmi in regalo canti e un paio di pantaloni e abbracciandomi con quell'affetto caldo e tipico dei brasiliani. Ai primi di maggio tornerò a Mantova per passare un tempo di ferie; anche le suore verranno in Italia alla metà di marzo.

Un caro e forte abbraccio del Signore e un saluto a tutti gli amici,

Claudio