di don Riccardo e don Massimiliano
*LA SOLENNITÀ DI TUTTI I SANTI* ci offre l’occasione per prendere contatto con i parrocchiani di Ognissanti e con tanti amici con i quali ci sentiamo uniti e in comunione di fede. Abbiamo sempre dato un bel risalto a questa giornata patronale, ma quest’anno non è possibile. Salta la castagnata, siamo in un momento di preoccupazione e paura, viviamo celebrazioni composte e gioiose della prima comunione e della cresima, ma ci manca la quotidianità di una presenza, di un cammino che stenta a riprendere, di una fede che forse traballa un po’.
Non possiamo dimenticare che siamo una parrocchia guidata da una protezione universale, che abbraccia la ricchezza di uomini e donne che in modo diverso e originale hanno vissuto il Vangelo. Dovrebbe essere un incentivo per tutti a ricordare che la mèta della nostra vita è la santità, non quella degli altari, ma quella del quotidiano.
Nella solennità di Tutti i Santi non celebriamo la memoria di persone integerrime, ma più precisamente proclamiamo che Dio ci vuole salvare, ci vuole donare una nuova vita.
È una festa gioiosa e piena di speranza perché è tutta orientata verso l'amore fecondo di Dio per noi. Preoccupati da mille pensieri e affari quotidiani, timorosi per l’acutizzarsi del coronavirus, chiusi nel nostro mondo di piccole o grandi vicende, oggi siamo invitati prepotentemente a uscire da tali angustie, ad allargare lo sguardo perché Dio ci ama!
Ed è un amore infinito, forte, capace di far vivere per sempre. È un amore rivolto a tutti gli uomini e le donne, che trovano in Dio stesso le ragioni del loro esistere. Sono santi tutti gli uomini e le donne che tentano di amare come ama Dio o più semplicemente di cercare di vivere come Gesù povero, mite, afflitto, affamato di giustizia, misericordioso, puro di cuore, operatore di pace, perseguitato a causa della giustizia, insultato.
Vivere la santità significa essere persone fatte a immagine e somiglianza di Dio. Spesso ci lamentiamo di essere soli, tristi e vuoti, disorientati e paurosi. E’ proprio perché siamo figli di Dio che siamo chiamati alla speranza e non a vuote attese e illusioni; questo è il fondamento sicuro alla nostra attesa del futuro. Noi ci ubriachiamo di tanti sogni futili, di tante attese frustrate o disillusioni disperanti; spesso ci ripieghiamo su noi stessi, presi dallo sconforto.
Oggi la parola di Dio ci dice: siamo figli di Dio e il nostro futuro è quello dei figli di Dio.
Oggi dunque è la festa della speranza cristiana, la nostra vera festa.
Don Riccardo Don Massimiliano