Gli Ultimi in Eritrea,

Il vescovo visita la  famiglia eritrea profuga a Mantova,                                                                      il doposcuola per bambini stranieri

CENA 24 novembre e 2033 GRAZIE AL CENTINAIO DI PRESENTI!!!!!!!!

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            Successo dell' annuale cena associativa solidale di “… Con visra sul mondo o.d.v.”, di cui molti parrocchiani fanno parte: le "donne per l'Eritrea" hanno preparato un pasto sobrio e molto gradito, servito anche dai giovani del noviziato scout MN 7. La serata - cui hanno preso parte un gruppo eritreo ospitato a Mantova e due suore Bene Mukama del Burundi (uno dei luoghi di intervento sanitario) - è stata allietata da una..immancabile lotteria e dalla musica dei bravissimi e generosi Anna Luppi e Massimo Minotti. Il Presidente ha illustrato, oltre ai diversi progetti, alcuni dei quali conclusi, le prossime emergenze socio sanitarie, mentre Andrea Benedini ha portato la sua attuale esperienza all' hotspot di Lampedusa, il "ponte" tra la sopravvivenza in Africa e la speranza di un mondo migliore. Il ricavato della serata andrà al progetto adozioni in Eritrea, dove, nell' indifferenza generale, si muore di fame ogni giorno.

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Gli ultini in Eritrea

 Il vescovo visita la  famiglia eritrea profuga a MN

il doposcuola per bambini stranieri

famiglieritrea vescovo

          Nell’ambito della visita pastorale che il nostro Vescovo, sua eccellenza M.B. sta effettuando in questo periodo, va sottolineato un momento significativo ed emozionante, molto concreto ma anche avvolto in un’atmosfera spirituale, quasi di preghiera: l’invito a cena da parte della famiglia eritrea giunta attraverso il corridoio umanitario di S. Egidio nella nostra città, residente nel territorio parrocchiale. Il Vescovo ha accettato con entusiasmo sincero e, il 3 dicembre scorso, accompagnato da due parrocchiane, appartenenti a “…Con vista sul mondo o.d.v.”, che si è occupata e tuttora è impegnata in gran parte dell’accoglienza, dell’inserimento e dell’integrazione socio-economica di queste persone, ha consumato, con questa famiglia, il pasto in stampo eritreo, con i gusti e i profumi di quella terra, informandosi sulla drammatica situazione locale e sulla loro nuova vita. Il piccolo di casa, Even, di quasi 5 anni, che già parla correttamente l’italiano, lo ha coinvolto nei suoi giochi, rivolgendosi con grande disinvoltura al “Padre”, che si è lasciato trascinare dalla sua allegria. La mamma e i 3 figli hanno mostrato grande gratitudine per la grazia ricevuta con la visita, nella loro casa, di sua Eccellenza, che ha donato loro un’icona della Madonna, cui sono molto devoti. Hanno rivolto il loro ringraziamento a tutte le persone cristiane che hanno voluto fortemente che il corridoio andasse a buon fine e ancora sono loro vicini, per aiutarli nel pieno inserimento nel tessuto sociale e culturale della nostra terra. Una piccola testimonianza della chiesa che si fa prossima, che è attenta e sollecita nell’alleviare la sofferenza, con umiltà e senza la pretesa di cambiare il mondo, ma con il desiderio di renderlo un po’ migliore.

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Gli Ultimi in Eritrea,                                                                                              Il vescovo visita la  famiglia eritrea profuga a Mantova

Il doposcuola per bambini stranieri

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            Tra le esperienze di diversi parrocchiani, come sappiamo , esiste la realtà del doposcuola che, anche quest’anno, in maniera gratuita, è ripartito presso la stessa scuola, la primaria “Tazzoli” di Cittadella, in appoggio ad un progetto comunale, gestito da una cooperativa. La presenza di “…Con vista sul mondo o.d.v., che annovera anche molti parrocchiani di Ognissanti, risulta fondamentale nell’aiutare i bambini ad affrontare difficoltà linguistiche e logico-matematiche per piccoli gruppi, o anche individualmente, dato lo svantaggio di partenza che consiste nell’impossibilità di godere di aiuti domestici, laddove si parla generalmente solo la lingua di origine ed il livello culturale è molto basso. Anche in questo caso l’apporto è minimo, anche se la finalità è grande: evitare, o ridurre il più possibile, il divario culturale e poi sociale tra bambini e ragazzi stranieri, dotandoli di strumenti culturali affini, e autoctoni: un piccolo seme piantato. Ma l’aspetto che ora ci interessa sottolineare è il grande contributo che ci viene dalla collaborazione con il gruppo scout MN7, che prosegue da anni, ma che vede il consolidarsi della presenza di giovani scouts in servizio extra associativo. Ognuno di oro, una volta alla settimana, con la sua disponibilità e la freschezza della giovane età, la spontaneità di chi sa di “mettersi alla prova“ in un’impresa umanamente ricca e nel contempo difficile, entra in relazione con fratelli più piccoli, elabora o ripropone schemi educativi appresi nel proprio percorso. “Educare ad educare” è l’ambizioso titolo di questo progetto, che sta fornendo risultati positivi e grande entusiasmo, sia da parte dei bambini che dei giovani educatori. Crediamo fortemente nella valenza positiva del trasmettere, anche attraverso la testimonianza, valori umani e cristiani che aiutino a far maturare persone autentiche, consapevoli e responsabili.