Magnificat: un incontro con Maria
Ella era di media statura e di straordinaria bellezza, le sue movenze erano quelle di una danzatrice al cospetto del sole.
La sua verginità era così materna che tutti i figli del mondo avrebbero voluto confluire nelle sue braccia.
Era aulente come una preghiera, provvida come una matrona, era silenzio, preghiera e voce.
Ed era così casta e ombra, ed era così ombra e luce, che su di lei si alternavano tutti gli equinozi di primavera.
Se alzava le mani le sue dita diventavano uccelli, se muoveva i suoi piedi di grazia la terra diventava sorgiva.
Se cantava tutte le creature del mondo facevano silenzio per udire la sua voce.
Ma sapeva essere anche solennemente muta.
I suoi occhi nati per la carità, esenti da qualsiasi stanchezza, non si chiudevano mai, né giorno né notte, perché non voleva perdere di vista il suo Dio.
1.
“L’angelo è la preghiera dell’universo,
e quante notti l’universo si inginocchia davanti a Dio
al colmo della notte o al ritornar della luna,
e quante volte l’uomo si inaridisce
e risorge durante la sua vita.”
2.
Una voce come la Tua
che entra nel cuore di una vergine
e lo spaventa,
una voce di carne e di anima,
una voce che non si vede,
un figlio promesso a me,
tu ancella che non conosci l’amore,
un figlio mio e dell’albero,
un figlio mio e del prato,
un figlio mio e dell’acqua,
un figlio solo:
il Tuo.
Come non posso non spaventarmi
e fuggire lontano
se non fosse per quell’ala di uomo
che mi è sembrata un angelo?
Ma in realtà, mio Dio,
chi era?
Uno che si raccomanda,
uno che mi dice di tacere,
uno che non tace,
uno che dice un mistero
e lo divulga a tutti.
Io sola, povera fanciulla ebrea
Che devo credere e ne ho paura, Signore,
perché la fede è una mano
che ti prende le viscere,
la fede è una mano che ti fa partorire.
3.
“Se Gesù amò tanto la vita
fino a vestire la sua estrema carne,
fino a diventare bambino,
fino a diventare uomo,
uomo di una madre sconosciuta,
se Gesù diventò l’uomo per eccellenza,
come potete mangiare
anche la sua morte?
Egli la divorò a larghi sorsi,
egli prese le sue labbra,
egli le baciò senza timore,
egli fu il supremo amante
della morte.
Egli fu uomo profeta
che in vita conobbe
morte e resurrezione,
in un giubilo di Pasqua
che lo fece Re.
Ecco chi era mio figlio:
un duro grano di amore.”
4.
Mi sono aperta come un libro
davanti a Te,
un libro pieno di misure terrestri,
un libro pieno dei fiori della giovinezza,
Signore,
un libro pieno dei miei sospiri d’amore.
E ad un tratto Tu sei comparso,
per me, che ero velata d’azzurro,
per me, che godevo la tenerezza della mia
adolescenza,
per me, che mi sentivo giovane
e pronta a tutte le battaglie della vita,
per me che avevo lo scudo della parola.
5.
A me, dico,
Tu hai mandato un angelo,
e mi è sembrato un così grosso dilemma:
perché non ti sei manifestato
come un padre celeste?
Perché, mio Dio, mi hai aggredita
con questa presenza angelica?
Ho dovuto coprirmi la faccia
e le orecchie e gli occhi
per non sentire il rombo delle sue ali.
Dio, che spavento,
rombavano nell’azzurro
come due grosse eliche,
ed io ero rapita in un turbine
quasi portata via dal cielo
e portata via dalla terra,
così, a mezz’aria,
come se fossi stata
in un delirio pieno.
6.
Se tu sei la mia mano,
il mio dito,
la mia voce,
se Tu sei il vento
che mi scompiglia i capelli,
se Tu sei la mia adolescenza
io ho il diritto di servirti
e il dovere,
perché l’adolescenza
non ha mai chiesto nulla
alle sue stagioni.
Tu mi hai presa
perché io non ero una donna
ma solo una bambina
e le bambine si accolgono
e si avvolgono di mistero.
Tu mi hai resa donna, Signore,
e la donna è soltanto
un pugno di dolore.
Ma questo pugno
Io non lo batterò
Verso il mio petto,
lo allargherò verso di te
come una mano
che chiede misericordia.
Tu sei la mia mano, Signore,
tu sei la vita,
e quando una donna partorisce un figlio
la disgrazia e l’amore
abitano in lei
come il dubbio della sua esistenza.
Tu mi hai redenta nella mia carne
E sarò eternamente giovane
E sarò eternamente madre.
E poiché mi hai redenta
posi vicino a Te
la pietra della tua resurrezione.
7.
L’anima mia scorre verso di Te come la luce,
l’anima mia che si deforma
e diventa preghiera,
l’anima mia che è foresta di canto,
l’anima, sempre l’anima,
che è la tua mano che mi accarezza.
Ma perché, Dio,
la pietra della mia lingua
è diventata saggia,
è diventata un fiore?
Tu non sai che cosa sono
le tue mani sopra il mio corpo
e la tua volontà divina.
Io sono soltanto una terra adolescente,
una terra che diventa un fiore
e un fiore che diventa terra.
Perché vergine se sono madre di tutti?
Perché madre se sono una vergine
Senza confini?
Perché il dubbio atroce della fede?
Perché questa grande crocifissione amorosa?
8.
E avevo perso di vista
i miei piccoli piaceri terreni
e gridavo senza essere udita
che volevo le mie compagne,
che volevo tornare da loro,
che volevo mia madre.
A chi avrei potuto raccontare
che ero stata allontanata
dai venti della mia preghiera?
Come avrei potuto raccontare,
io che sono umile di natura,
che tu mi avevi prescelta
e mi avevi baciata in fronte
e poi sulla bocca?
Ma nella Bibbia è scritto
che la donna deve partorire
e tu non mi hai sottratta a questo dolore,
perché io avrei tenuto nel mio grembo
l’uomo Dio,
che non si sarebbe sottratto ai dolori
dell’uomo.