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santAndrea

I gruppi di catechismo delle classi 5° primaria di San Barnaba e Ognissanti, hanno vissuto un’esperienza importante nel primo fine settimana di aprile, quasi in preparazione agli eventi della settimana santa.

Don Riccardo ha organizzato per loro un incontro in Sant’Andrea, la grande basilica in centro città che custodisce i sacri vasi contenenti la reliquia della terra impregnata del sangue di Gesù (il Preziosissimo Sangue) che Longino, centurione romano, aveva raccolto dopo la morte in croce di Gesù.

Mario O. ci ha fatto da guida. Ha catturato l’attenzione dei bambini e dei genitori presenti raccontando con semplicità e linearità il perché della costruzione della basilica, voluta dalla famiglia dei Gonzaga per dare un luogo degno ai vasi contenenti il sangue di Gesù, finalmente ritrovato.

I Gonzaga, come si sa, erano una famiglia di origine contadina ma divenuta sempre più ricca e importante grazie alla passione per i cavalli di razza e il collezionismo di opere d’arte.

Più volte i Vasi furono nascosti e poi ritrovati. La prima volta fu Longino a nasconderli sotto terra prima di morire. Dopo 8 secoli un servo, sognò ripetutamente Sant’Andrea ( riconoscibile dalla croce del suo martirio - croce a X) che gli indicava il luogo esatto della sepoltura dei vasi.

I vasi furono nascosti anche all’epoca delle invasioni barbariche per sottrarli alla furia selvaggia di quelle popolazioni e furono riportati alla luce grazie, ancora una volta, ad un sogno rivelatore da parte di Sant’Andrea.

I Gonzaga, allora al potere, favorirono il culto del “Preziosissimo Sangue” e fecero costruire (1470-72) l’attuale chiesa di Sant’Andrea per dare un luogo degno, molto grande e molto bello, a questa santa reliquia, promuovendo quello che noi oggi chiamiamo turismo religioso. Il progetto della Basilica venne affidato al grande architetto Leon Battista Alberti.

Anche all’epoca della dominazione austriaca del nostro territorio i vasi vennero rubati, la terra col sangue dispersa e la chiesa venne adibita persino a stalla.

Ma, grazie all’avvedutezza dei Gonzaga -essi infatti, molti anni prima,avevano diviso la terra impregnata di sangue in tre parti deposte una in Sant’Andrea, una in Duomo, una in Santa Barbara-  alla fine della dominazione austriaca si è potuto riporre in due vasi nuovi una parte del Sangue rimasto e dare nuova vita al culto.

Nella Cappella di San Longino si trovano gli affreschi, su disegno del grande Giulio Romanio, che celebrano il ritrovamento dei vasi.

Nella cripta invece, nel grosso tabernacolo centrale sono custoditi i Vasi che vengono esposti alla venerazione dei fedeli due volte all’anno: il 12 marzo, giorno che ricorda il ritrovamento dei Vasi, e il Venerdì santo nella celebrazione del ricordo della morte di Gesù.

Occorrono 9 chiavi, che appartengono a enti o persone diverse, per aprire il tabernacolo.

Ai lati dell’altare della cripta ci sono due statue di donne che rappresentano le virtù teologali della Fede e della Speranza, ma ... la terza Virtù, la Carità?

La carità, l’Amore, è rappresentata dal sangue di Gesù, morto per noi, contenuto nei vasi.

-Gesù dice che l'amore più grande è dare la vita per gli amici e nemici (Gv 15,13), e Gesù l’ha fatto-

Grazie a don Riccardo e a Mario che ci hanno permesso questa bella esperienza!

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