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Settembre è il mese dedicato all’impegno della custodia e della cura del creato e anche se non mi sento molto preparato ad affrontare l’argomento, mi rendo conto che la situazione è grave e chiede urgente attenzione e impegno operativo. I nuovi fenomeni atmosferici sconcertano. Il razionamento dell’acqua condiziona. La violenza del mare annichilisce. I ghiacciai staccandosi dalle montagne provocano sconnessioni, alluvioni e devastazioni. Un semplice temporale un po’ tosto scoperchia i tetti, abbatte i pali della luce, fa volare in aria le automobili… si rimane senza parole. Che cosa sta succedendo?

C’è una parola, diventata di moda, che viene usata con frequenza: ‘ecologia’. Forse è un po’ abusata e la si usa spesso senza conoscerne il significato più vero, che potrebbe però aiutare a ridare equilibrio all’habitat paradisiaco di madre terra, come nel suo atto creativo. Eco-logia, dal greco, è composta da due parole ‘oicos’ (eco) e ‘logia’ (logia). Oicòs significa ‘casa, ambiente’, ‘logia’ (plurale) significa discorso, parola, conoscenza, scienza, studio… Viene spontaneo e facile il collegamento al logos biblico dell’incipit del Vangelo di Giovanni: in principio era il logos, la parola, il verbo… L’impegno ecologico rimanda dunque alla creazione, insieme al contributo che ciascun vivente è chiamato a dare di coltivare e custodire la terra. Il cristianesimo preferisce parlare di creazione piuttosto che di natura, perché la creazione ha a che vedere con il progetto dell’amore di Dio: Dio vide che ogni atto creativo… era cosa buona/bella. L’eco-logia, allora, racchiude tutte le opportunità che permettono di custodire il dono divino della nostra casa terrena.

Logos ha anche il significato di ‘legame’, ricordando così che l’ecologia tocca tutti i legami che occupano la casa terrena: prima di tutto il legame tra marito e moglie, poi i legami dei genitori con i figli, i legami tra le generazioni di una famiglia, i legami con il resto della società, i legami con il mondo... Questa è una tesi fondamentale della Laudato Sì: “non fai una vera ecologia soltanto se ti interessi del biossido di carbonio…, fai ecologia anche se ti interessi dei legami che coinvolgono la grande casa del mondo. Se curi il biossido di carbonio, ma poi sfrutti alcune nazioni e alcuni popoli, allora non si costruisce la casa e prima o poi una tal casa crolla. Così come non possiamo pensare che la tecnoscienza possa risolvere tutti i problemi ecologici. Davvero “tutto è connesso”, “tutto è in relazione”… Questo concetto attraversa tutta l’enciclica ed è il nuovo paradigma contemporaneo, proprio contro la frammentazione del sapere. Il rischio è davvero di assistere a una angosciosa perdita del senso della vita e del vivere insieme” (110).

Per suggerire un concreto agire ecologico, riprendo semplicemente alcune indicazioni della Laudato sì, dove l’enciclica sfida l’educazione nel senso di creare “una cittadinanza ecologica (211) e un nuovo stile di vita, fondato sulla cura, la compassione, la sobrietà condivisa, l’alleanza tra umanità e ambiente, nonché sulla corresponsabilità nei confronti di tutto ciò che esiste e vive e del nostro destino comune, sostenuto anche da una spiritualità ecologica” (203-208). Non possiamo ignorare il grido amaro di sorella madre terra che geme e implora di fermare i nostri abusi consumistici e la sua distruzione; ad essa si unisce il grido dei poveri che soffrono più di tutti la crisi climatica, il grido dei popoli nativi che vedono i loro territori depredati, il grido dei nostri figli che chiedono di fare il possibile per evitare il collasso degli ecosistemi del nostro pianeta.

[Sull’agire ecologico informo volentieri che si è costituita a Mantova una “comunità Laudato sì”, dove si raccolgono molte indicazioni utili per affrontare il problema ambientale del nostro tempo. Info: Sanna 389 4274440, Aldi 353 4082346, Galassi 388 5611674].

Don Riccardo