I DIECI DOMANDAMENTI di Papa Francesco

articolo di Henri Tincq

 in “www.slate.fr” del 18 giugno 2015 (traduzione: www.finesettimana.org)

L'enciclica “Laudato sii'”

di papa Francesco è stata pubblicata giovedì 18 giugno a mezzogiorno in Vaticano. Questo testo di 190 pagine non è stato scritto solo per i cattolici. È un grido rivolto a “ogni uomo di questo pianeta”per “salvare la terra oppressa e devastata dalle malattie che distruggono il suolo, l'acqua, l'aria e tutti gli esseri viventi”.

È un appello solenne alla responsabilità di tutti i governanti, degli economisti, delle organizzazioni internazionali, delle religioni a “edificare una nuova solidarietà universale”di fronte al deterioramento dell'ambiente, alle minacce ecologiche, alle catastrofi naturali e alle guerre che pesano sul futuro dell'umanità.

 La proposta del papa argentino è quella di un' “ecologia integrale”.

 Non risponderemo, dice, alla crisi ecologica mondiale, alla minaccia di penuria d'acqua in molte parti del globo, al riscaldamento climatico dovuto a cause umane, senza l'attuazione di una strategia globale, comprendente la soluzione dei problemi di povertà e di sviluppo, una rimessa in discussione dei modelli  produttivistici e ultraliberali, la promozione di altri modelli di produzione, di consumo, di stili di vita più sobri.

 Ecco i dieci comandamenti per salvare il pianeta che ci consegna papa Francesco:

1. FA' USCIRE IL MONDO DALL'INDIFFERENZA

 “La terra, nostra casa comune, sembra trasformarsi sempre più in un immenso deposito di immondizia”“Mai abbiamo maltrattato e offeso la nostra casa comune come negli ultimi due secoli”

 La diagnosi del papa sulla “continua intensificazione dei ritmi di vita e di lavoro”è impietosa: modi di produzione, distribuzione e consumo diventati folli, si traducono in un costante deterioramento dell'ambiente, in una qualità della vita che si degrada, in una crescita “smisurata e disordinata”di grandi città ormai insalubri, in una rottura dei legami di integrazione, una esclusione e una frammentazione sociale, un accesso all'energia diseguale, nuove forme di violenza e di aggressività sociale.

 Il papa sottolinea in particolare il degrado dell'ambiente e il dramma attualissimo dei migranti: “È tragico l’aumento dei migranti che fuggono la miseria aggravata dal degrado ambientale, i quali non sono riconosciuti come rifugiati nelle convenzioni internazionali e portano il peso della propria vita abbandonata senza alcuna tutela normativa. Purtroppo c’è una generale indifferenza di fronte a queste tragedie, che accadono tuttora in diverse parti del mondo. La mancanza di reazioni di fronte a questi drammi dei nostri fratelli e sorelle è un segno della perdita di quel senso di responsabilità per i nostri simili su cui si fonda ogni società civile”.

 Le soluzioni concrete alla crisi ambientale esistono. Ma, deplora il papa, non vengono prese in considerazione davanti alla globalizzazione dell'indifferenza”, davanti alla coalizione di interessi più potenti, davanti alla“facile rassegnazione”,avanti alla cieca fiducia nel progresso infinito e in una crescita sostenibile e proficua che egli tenta di demistificare.

2. COMBATTI CONTRO IL RISCALDAMENTO CLIMATICO

 “Se la tendenza attuale continua, questo secolo potrebbe essere testimone di cambiamenti climatici inauditi e di una distruzione senza precedenti degli ecosistemi, con gravi conseguenze per tutti noi. L’innalzamento del livello del mare, ad esempio, può creare situazioni di estrema gravità se si tiene conto che un quarto della popolazione mondiale vive in riva al mare o molto vicino ad esso, e la maggior parte delle megalopoli sono situate in zone costiere”.

 Il riscaldamento climatico è quindi la più grave minaccia che pesa sul pianeta. Il papa regola i conti con i “climato-scettici”. Per lui, il dubbio non è permesso: il riscaldamento è dovuto all'attività umana, alla concentrazione eccessiva di gas a effetto serra (in particolare anidride carbonica, metano), all' “uso intensivo” di combustibili fossili “che sta al centro del sistema energetico mondiale”,alla deforestazione. Il papa prende posizione per un aumento delle fonti di energia alternative e rinnovabili. Di fronte al rischio di rimessa in discussione degli ecosistemi, l'umanità è chiamata, dice, “a prendere coscienza della necessità di cambiamenti di stili di vita, di produzione e di consumo, per combattere questo riscaldamento o, almeno, le cause umane che lo producono o lo accentuano”.

3. FORNISCI ACQUA A TUTTA LA TERRA

 Fornisci acqua a tutta la terra: “l’accesso all’acqua potabile e sicura è un diritto umano essenziale, fondamentale e universale, perché determina la sopravvivenza delle persone, e per questo è condizione per l’esercizio degli altri diritti umani”.

 Conseguenze del riscaldamento climatico, gli episodi più numerosi di siccità e l'esaurimento delle risorse d'acqua e di altre risorse naturali fanno parte delle minacce più gravi. Il papa dedica lunghi passi alle difficoltà di approvvigionamento di acqua potabile di popolazioni del globo tra le più diseredate. Per lui, il mondo ha un “grave debito sociale” verso le popolazioni che non hanno risorse d'acqua, perché “ciò significa negare ad essi il diritto alla vita radicato nella loro inalienabile dignità”.

 Nel giro di pochi decenni, le carestie e la battaglia per il controllo dell'acqua rischiano di precipitare il mondo in uno dei più duri conflitti di questo secolo. Francesco manifesta una preoccupazione altrettanto viva per l'inquinamento dei mari, i rischi di estinzione della biodiversità e mette in discussione in particolare la deforestazione, le monoculture agricole, i gli scarti industriali e i“metodi distruttivi”della pesca.

4. RIMETTI AL CENTRO I POVERI

 “Il cibo che si butta via è come se lo si rubasse dalla mensa del povero”

 “I poveri e la terra stanno gridando”Il livello attuale dei consumi dei paesi sviluppati e dei settori più ricchi della società si traduce in  “un'abitudine a spendere e a buttar via che raggiunge livelli inauditi”.

 Ma il papa non affronta sololo spreco e l'utilizzo egoista delle risorse del pianeta. Indica le principali vittime: i poveri. Sposando così i temi “altermondialisti”, mostra che le lotte per la difesa del pianeta sono indissociabili dagli impegni contro le disuguaglianze economiche di sviluppo. È la forza della sua enciclica: “Un vero approccio ecologico diventa sempre un approccio sociale”.Contro un certo discorso “verde”, ricorda che la preoccupazione per la giustizia internazionale deve essere al centro di tutte le discussioni sull'ambiente.

 “I limiti massimi di sfruttamento del pianeta, senza che sia stato risolto il problema della povertà. Gli esclusi sono la maggior parte del pianeta, miliardi di persone. Oggi sono menzionati nei dibattiti politici ed economici internazionali, ma per lo più sembra che i loro problemi si pongano come un’appendice, come una questione che si aggiunga quasi per obbligo o in maniera periferica, se non li si considera un mero danno collaterale”.

 “Professionisti, opinionisti, centri di potere, mezzi di comunicazione sono ubicati lontano da loro, in aree urbane isolate, senza contatto diretto con i loro problemi. Vivono e riflettono a partire dalla comodità di uno sviluppo e di una qualità di vita che non sono alla portata della maggior parte della popolazione mondiale. Questa mancanza di contatto fisico e di incontro (...) aiuta a cauterizzare la coscienza e a ignorare parte della realtà in analisi parziali”

5. COMBATTI IL MITO DEL PROGRESSO ILLIMITATO

 “Nessuno vuole tornare all’epoca delle caverne, però è indispensabile rallentare la marcia per guardare la realtà in un altro modo, raccogliere gli sviluppi positivi e sostenibili, e al tempo stesso recuperare i valori e i grandi fini distrutti da una sfrenatezza megalomane” .

 Il papa denuncia così “l'onnipresenza del paradigma tecnocratico” secondo il quale tutti i problemi ambientali saranno, un giorno, risolti dalla crescita sostenibile e dai progressi della tecnologia. E non si è ancora completato, scrive, l'esame delle radici profonde dei cambiamenti attuali, legati all'orientamento, ai fini, al senso e al contesto sociale della crescita. In effetti, la scienza e la tecnologia non sono mai “neutre”.

 Mirano alla costituzione di profitti, senza un'attenzione sufficiente alle conseguenze negative. Il risultato è che si giunge, nelle parti ricche del mondo ad una “sorta di supersviluppo dissipatore e consumistico”e, nelle parti povere,“a perduranti situazioni di povertà, e, malgrado i programmi sociali, di miseria disumanizzante”.

 Eppure, la fiducia ingenua nella crescita indefinita e nel progresso tecnologico impedisce ogni riflessione economica e politica. Il papa ironizza su coloro che pensano che la sola crescita del mercato finisca per risolvere tutti i problemi della fame e della miseria.

 “Il mercato da solo però non garantisce lo sviluppo umano integrale e l’inclusione sociale”,scrive. Lo sviluppo integrale passa attraverso la lotta a favore di una giusta dimensione della produzione, di una migliore ripartizione delle ricchezze, di una salvaguardia responsabile dell'ambiente e dei diritti delle generazioni future.

6. RESISTI ALL'ONNIPOTENZA

 “qualunque cosa che sia fragile, come l’ambiente, rimane indifesa rispetto agli interessi del mercato divinizzato, trasformati in regola assoluta”.

 “Perché si vuole mantenere oggi un potere che sarà ricordato per la sua incapacità di intervenire quando era urgente e necessario farlo?”

Per il papa, il deterioramento dell'ambiente e il degrado umano ed etico sono intimamente legati. Si mostra molto critico verso poteri economici e politici che continuano a difendere un sistema ultraliberale “in cui prevalgono una speculazione e una ricerca della rendita finanziaria” indipendentemente da una riflessione sugli imperativi dell'ambiente. Per lui, la crisi mondiale non ci è servita di lezione e le finanze soffocano l'economia reale. I “vertici mondiali” per l'ambiente falliscono perché i poteri finanziari resistono e i progetti politici non sono all'altezza della situazione.

 La sottomissione dei responsabili politici alla tecnologia e alla finanza è la causa, secondo Francesco, dei continui ritardi nel trarre le conseguenze dal degrado dell'ambiente e nell'adottare i mezzi che permetterebbero ai più poveri di accedere alle risorse di base.“È fondamentale cercare soluzioni integrali, che considerino le interazioni dei sistemi naturali tra loro e con i sistemi sociali. Non ci sono due crisi separate, una ambientale e un’altra sociale, bensì una sola e complessa crisi socio-ambientale. Le direttrici per la soluzione richiedono un approccio integrale per combattere la povertà, per restituire la dignità agli esclusi e nello stesso tempo per prendersi cura della natura”.

7. ENTRA NELLA LOGICA DEL DONO GRATUITO

 “Quando pensiamo alla situazione in cui si lascia il pianeta alle future generazioni, entriamo in un’altra logica, quella del dono gratuito che riceviamo e comunichiamo. Se la terra ci è donata, non possiamo più pensare soltanto a partire da un criterio utilitarista di efficienza e produttività per il profitto individuale. Non stiamo parlando di un atteggiamento opzionale, bensì di una questione essenziale di giustizia, dal momento che la terra che abbiamo ricevuto appartiene anche a coloro che verranno”.

 Per il papa, la crisi ecologica è una manifestazione della crisi etica, culturale e spirituale della “modernità”.Non possiamo pretendere di curare la nostra relazione con la natura e l'ambiente, dice, senza sanare tutte le relazione fondamentali dell'essere umano. Non possiamo risolvere la crisi ecologica senza una riflessione profonda sullo sviluppo dell'essere umano e dei suoi valori. Non possiamo ignorare che il mondo del consumo esagerato è allo stesso tempo quello del cattivo trattamento della vita sotto tutte le sue forme e che l'ecologia integrale presuppone di rompere “con la logica della violenza e dello sfruttamento”.

 “Quando non si riconosce nella realtà stessa l’importanza di un povero, di un embrione umano – il papa è contro l'aborto -, di una persona con disabilità (...) difficilmente si sapranno ascoltare le grida della natura stessa. Tutto è connesso”.

8. FAVORISCI LA TRANSIZIONE ENERGETICA

 “In attesa di un ampio sviluppo delle energie rinnovabili, che dovrebbe già essere cominciato, è legittimo optare per il male minore o ricorrere a soluzioni transitorie”.

 Per il papa – che non fa allusioni dirette alla prossima conferenza di Parigi - è urgente un accordo a livello mondiale, che miri a sviluppare forme di energia rinnovabili e poco inquinanti, a promuovere un miglior rendimento energetico, a sviluppare un'agricoltura diversificata, una gestione più adeguata delle risorse forestali e marine, ad assicurare l'accesso all'acqua potabile per tutti. Auspica, in particolare, la sostituzione progressiva, “senza indugio”, della produzione energetica basata sui combustibili fossili molto inquinanti come il carbone, ma anche il petrolio e il gas.

 “La politica e l’industria rispondono con lentezza, lontane dall’essere all’altezza delle sfide mondiali. In questo senso si può dire che, mentre l’umanità del periodo post-industriale sarà forse ricordata come una delle più irresponsabili della storia, c’è da augurarsi che l’umanità degli inizi del XXI secolo possa essere ricordata per aver assunto con generosità le proprie gravi responsabilità” .

 Questo è un pio desiderio per il papa che denuncia gli ostacoli a questa transizione energetica, l'impotenza della comunità internazionale a trovare accordi sufficienti e a indicare coloro che devono sopportare i costi di questa transizione. L'economia e la finanza transnazionali tendono a predominare sulla politica, deplora. In questo contesto, lo sviluppo di istituzioni internazionali diventa indispensabile. Esse devono essere più forti ed efficacemente organizzate, con autorità designate per accordo tra i governi nazionali e dotate di poteri per sanzionare.

9. ACCETTA UNA CERTA DECRESCITA

 “Di fronte alla crescita avida e irresponsabile che si è prodotta per molti decenni, occorre pensare pure a rallentare un po’ il passo, a porre alcuni limiti ragionevoli e anche a ritornare indietro prima che sia tardi”.

 Il papa è troppo preoccupato delle disuguaglianze di sviluppo e della sorte dei poveri per preconizzare, come fanno tanti ecologisti, una società di “decrescita”. Ma conosce troppo – e denuncia – “il discorso della crescita sostenibile” divenuto spesso “un diversivo e un mezzo di giustificazione che assorbe valori del discorso ecologista all’interno della logica della finanza edella tecnocrazia, e la responsabilità sociale e ambientale delle imprese si riduce per lo più a una serie di azioni di marketing e di immagine”.

 Il comportamento di coloro che consumano e distruggono” sempre di più non è più sostenibile, mentre altri non possono vivere degnamente. Quindi, il papa afferma che “è arrivata l’ora di accettare una certa decrescita in alcune parti del mondo procurando risorse perché si possa crescere in modo sano in altre parti”. In altre parole, le società tecnologicamente avanzate dovrebbero favorire comportamenti più sobri, ridurre i loro bisogni di energia e migliorare le condizioni del suo utilizzo.

10. CERCA DI PROMUOVERE UNA “SOBRIETÀ FELICE”

 “La crisi ecologica è un appello ad una profonda conversione ecologica ed interiore”

 “Nella Bibbia, tutto è in relazione, e la cura autentica della nostra stessa vita e delle nostre relazioni con la natura è inseparabile dalla fraternità, dalla giustizia e dalla fedeltà nei confronti degli altri”.

 L'enciclica di papa Francesco intende mobilitare i credenti e i non credenti alla conversione ecologica. Secondo il racconto biblico della Genesi, ricorda, gli uomini creati a immagine di Dio avrebbero ricevuto come missione di “dominare” la terra e le altre creature. Ma “dominare la terra”non vuol dire favorire lo sfruttamento selvaggio, né che l'uomo è un essere “dominatore e distruttore”.

 Questo si basa su un'interpretazione sbagliata della Bibbia e del pensiero ebraico-cristiano. La missione dell'uomo è, al contrario, “coltivare e custodire la terra”,cioè proteggere, salvaguardare, preservare, curare, sorvegliare la natura. C'è una relazione di reciprocità responsabile tra l'essere umano e la natura. Questo implica un cambiamento radicale dei nostri modi e stili di vita. Il papa si rivolge in particolare ai cristiani poco mobilitati per le urgenze dell'ambiente o che fanno fatica a cambiare le loro abitudini. Li invita a fare la loro parte di sforzi per proteggere la natura e condurre una vita di “sobrietà felice”, secondo la formula del militante ecologista e scrittore francese Pierre Rahbi. Per lui la spiritualità cristiana propone “una crescita nella sobrietà e una capacità di godere con poco” . Ricordando Francesco d'Assisi, Francesco propone un ritorno alla semplicità di vita, “quella che ci permette di fermarci a gustare le piccole cose, di ringraziare delle possibilità che offre la vita senza attaccarci a ciò che abbiamo né rattristarci per ciò che non possediamo. Questo richiede di evitare la dinamica del dominio e della mera accumulazione di piaceri”.