Parrocchia di Ognissanti

  INCONTRO LETTORI 2020/21                                                                                     

Don Riccardo

AFFRONTARE LE FRAGILITA’

"In quel tempo, uno dei farisei invitò Gesù a mangiare da lui. Egli entrò nella casa del fariseo e si mise a tavola. Ed ecco una donna, una peccatrice di quella città, saputo che si trovava nella casa del fariseo, venne con un vasetto di olio profumato; e stando dietro, presso i suoi piedi, piangendo cominciò a bagnarli di lacrime, poi li asciugava con i suoi capelli, li baciava e li cospargeva di olio profumato. A quella vista il fariseo che l’aveva invitato pensò tra sé: “Se costui fosse un profeta, saprebbe chi e che specie di donna è colei che lo tocca: è una peccatrice”. Gesù allora gli disse: “Simone, ho una cosa da dirti”. Ed egli: “Maestro, dì pure”. “Un creditore aveva due debitori: l’uno gli doveva cinquecento denari, l’altro cinquanta. Non avendo essi da restituire, condonò il debito a tutti e due. Chi dunque di loro lo amerà di più?” Simone rispose: “Suppongo quello a cui ha condonato di più”. Gli disse Gesù: “Hai giudicato bene”. E volgendosi verso la donna, disse a Simone: “Vedi questa donna? Sono entrato nella tua casa e tu non mi hai dato l’acqua per i piedi; lei invece mi ha bagnato i piedi con le lacrime e li ha asciugati con i suoi capelli. Tu non mi hai dato un bacio, lei invece da quando sono entrato non ha cessato di baciarmi i piedi. Tu non mi hai cosparso il capo di olio profumato, ma lei mi ha cosparso di profumo i piedi. Per questo ti dico: le sono perdonati i suoi molti peccati, poiché ha molto amato. Invece quello a cui si perdona poco, ama poco”. Poi disse a lei: “Ti sono perdonati i tuoi peccati”. Allora i commensali cominciarono a dire tra sé: “Chi è quest’uomo che perdona anche i peccati?” Ma egli disse alla donna: “La tua fede ti ha salvata; va’ in pace!” (Luca 7,36-50)

RIFLESSIONE                                                                                                               

 La cultura moderna vive forme di disagio, sofferenza psichica, malattia, fragilità spesso in forma inconsapevole. La psicologia pone il problema dal punto di vista tecnico: che cosa fare per liberarsene? Non pone invece il problema etico: che messaggio mi trasmette e quale senso dare a quel vissuto emotivo che chiamiamo ‘fragilità’?                        

Osserviamo la figura di Simone il fariseo: è scandalizzato dal fatto che una prostituta sia entrata in casa sua e tocchi Gesù e soprattutto dal fatto che Gesù, a suo giudizio, non la riconosca: “Se costui fosse un profeta, saprebbe chi e che specie di donna è colei che lo tocca: è una peccatrice”. È lo scandalo di chi si percepisce giusto agli occhi di Dio e pensa di meritare la sua visita e il suo amore pagati al caro prezzo delle prestazioni religiose (fariseo al tempio). La sua fragilità è l’intolleranza verso la donna che fa il male e verso Gesù che la accoglie. Il fariseo vive la fragilità del cuore duro, giudicante. L'unica scusante che concede a Gesù è l'ignoranza, perché è inammissibile quello che sta facendo. Il fariseo in sostanza accusa Gesù di debolezza e fragilità.                                                                                      
Osserviamo l’azione della donna: comprendiamo che il suo gesto di lavare con le lacrime e profumare con l’unguento i piedi di Gesù è un modo per farsi perdonare il disordine della sua vita. Leggiamo più in profondità gli atteggiamenti della donna: accoglienza, calore e affetto, riconoscimento di autorevolezza, grande amore nel senso di fiducia e affidamento…                                                                                                                                       
Gesù indica un'altra via: il perdono e la forza di Dio possono liberarci dalla fragilità e rinnovarci. Gesù ribalta i criteri umani (Simone) e dimostra di sapere bene quello che sta accadendo. Gesù vuole bene a questa donna quanto a Simone, come dimostra la sua disponibilità ad entrare nella sua casa e il fatto che lo chiama per nome. Gesù non si scandalizza né della donna né della durezza di cuore di Simone, anche se tutto ciò non lo lascia indifferente.
 
Si serve di questo incontro per un insegnamento prezioso sulla giustizia che lui è venuto a portare, una giustizia che va alla radice del problema.                                                            

* Per far capire l’intenzione di Gesù, l’evangelista intreccia il racconto della peccatrice pentita con una parabola su due debitori. Il tema comune è il perdono senza condizioni e gratuito. I due debitori non hanno nessun titolo di merito, soltanto non avevano soldi per pagare il creditore. Nel giudizio di Gesù non ha più alcun valore il consueto modello del “do ut des”; dinanzi a Dio siamo tutti, senza eccezione, destinatari dei suoi doni e il ‘più’ o il ‘meno’ non hanno alcuna importanza (gli operai nella vigna a tutte le ore). Nella parabola l’accento non si colloca infatti sul grado di amare, bensì sull’espressione di un grande amore gratuito e senza riserve.                                                                                                  

* Connesso con il tema del perdono gratuito è quello dell'amore riconoscente. Decisivo è quel che viene detto della donna: «A lei sono stati perdonati molti peccati; ella infatti ha dimostrato molto amore (dal che si capisce che essa sa che le sono stati perdonati molti peccati)». Il perdono divino non è la risposta dovuta all’amore umano, quasi la sua ‘paga’: Dio perdona gratuitamente, senza che l’uomo lo meriti. Dunque l’uomo fragile che sperimenta il perdono, diventa capace di amare; e più profonda è l'esperienza del perdono, tanto più grande è l’amore che nasce nel cuore dell’uomo.                                                                                

* Infine viene introdotto il motivo della giustificazione per la fede: “La tua fede ti ha salvata”. La fede non è un’opera buona che fa scattare il perdono di Dio, ma è accoglienza di un dono gratuito. Per Gesù, il giusto non è colui che rispetta tutte le regole, ma colui che si fida dell'unico giusto: il Padre. Fidandosi di lui scopre che Lui ci ama non perché rispettiamo la legge, ma perché siamo suoi figli. E lo fa anche quando ci allontaniamo pesantemente da lui come hanno fatto, in modo simmetrico, sia la peccatrice sia Simone. Con la differenza che la peccatrice se n’è accorta, - “la tua fede ti ha salvata”- ed ha cambiato atteggiamento, Simone invece, come forse tutti noi al suo posto, deve decidere cosa fare.                                                                                                 

La comunità di Gesù non è una chiesa di uomini perfetti e impeccabili, ma una comunità che sperimenta continuamente il perdono di Dio. Nella comunità cristiana non dovremmo essere come il fariseo e accusare: “questa è una peccatrice”. Come Gesù mangia con i peccatori e li accoglie, così la comunità cristiana non è una setta di «intoccabili» perché accetta il dialogo con tutti, pratica l'accoglienza come Gesù. Soltanto così aiuta i peccatori a convertirsi, a credere nel perdono di Gesù e ad accoglierlo in sè.

fariseo e maddalena 3

Nella parte sinistra del mosaico vediamo l'incontro commovente tra la peccatrice e Gesù. Lei ha capito chi è lui, mentre Simone che lo ospita in casa sua no.                                

Nella parte destra Gesù nel cenacolo lava i piedi agli apostoli (qui a Pietro): la donna peccatrice mette in atto l’insegnamento di Gesù “come ho fatto io, fate anche voi”.