di don Riccardo
L’inizio della creazione biblica racconta l’opera ‘bella’ di Dio. Al termine di ogni atto creativo, Dio, accompagnato dallo ‘Spirito che aleggiava sulle acque’ “vide che era cosa bella”. “Così risplenda la vostra luce davanti agli uomini perché vedano le vostre opere belle e diano gloria al padre che è nei cieli” scrive Matteo in 5,16. Sono opere belle perché hanno un’armonia in sé, che unisce dimensioni molteplici della realtà, non le scinde, non le disperde, rendendo indifferente il bello a qualsiasi valore. Cercare e riconoscere il bello è un percorso che richiede allenamento, impegno, dedizione, silenzio, meditazione. Nel mio percorso di maturazione umana, spirituale e presbiterale ho sempre cercato ricercato il bello, come opportunità di conoscenza, illuminazione, sapienza, gioia, serenità…
Trovo più semplice esprimere l’approccio alla ‘bellezza’, facendo qualche esempio tratto dall’arte, una delle vie privilegiate per assecondare la bellezza. La trasfigurazione che avviene tramite l’arte ci mette davanti agli occhi ciò che è possibile riconoscere come meraviglia, stupore, bellezza. Arte e spiritualità sono due binari su cui corre insieme il viaggio della vita. Uno dei momenti più significativi di cui faccio spesso memoria è stato a Roma, visitando la chiesa San Luigi dei Francesi, dove sono custodite tre tele del Caravaggio. Una di queste è la “Vocazione di San Matteo”. Rimasi incantato (e questo mi succede tutte le volte che ritorno) in quanto non si tratta di una semplice narrazione pittorica di vocazione, ma di una proposta di ‘nuova creazione’. Mentre Matteo il pubblicano è seduto al tavolo davanti alle sue monete, Cristo entra in scena, appare all’improvviso, avvolto da una folgorante luce che arriva dall’alto e alza l’indice della sua mano sul pubblicano. Caravaggio ‘ruba’ questo gesto a Michelangelo nella Cappella Sistina, quando l’indice della mano di Dio tocca l’indice della mano di Adamo, nell’atto creativo del primo uomo. In quel momento Dio diviene creatore dell’inizio di un mondo nuovo. Questo gesto è descritto attraverso un particolare d’arte, un intuito di bellezza di cui è capace l’uomo: “e Dio vide che era cosa molto bella”. Un secondo esempio è legato alla lettura del romanzo ‘Siddharta’ di Herman Hesse, dove l’autore definisce e intrepreta l’arte come “ogni cosa in cui Dio si può mostrare”. L’arte apre le porte al riconoscimento di Dio. La bellezza e l’arte, dunque, hanno sempre a che fare con il divino. Abbiamo bisogno dell’arte e della bellezza per imparare a discernere il senso della vita. Potrebbero essere considerate realtà inutili da un punto di vista pratico, un po’ come la poesia…; ma non si può vivere senza arte, come non si può vivere senza amore. Rimembrando appena l’opera “l’insostenibile leggerezza dell’essere” di Milan Kundera, recentemente scomparso, lascio l’ultima parola a Dostoevskij, con la sua frase ormai citata a oltranza: “La bellezza salverà il mondo”. Nel romanzo è una dichiarazione non riconducibile soltanto all’Idiota, ma soprattutto al fatto che, se necessario, è utile anche perdere la faccia, se questo serve a preservare la bellezza. Si tratta perciò di una bellezza che talvolta non si cura di apparire anche brutta, se questo resta segno di tenacia e di rinnovamento. Il Cardinal Martini, in una sua indimenticabile lettera pastorale, riprendendo la frase sopra citata di Dostoevskij, si chiede da profondo saggio: "ma, quale bellezza salverà il mondo?". Risponde: “non basta deplorare e denunciare le brutture del nostro mondo. Non basta neppure, per la nostra epoca disincantata, parlare di giustizia, di doveri, di bene comune, di programmi pastorali, di esigenze evangeliche. Bisogna parlarne con un cuore carico di amore compassionevole, facendo esperienza di quella carità che dona con gioia e suscita entusiasmo: bisogna irradiare la bellezza di ciò che è vero e giusto nella vita, perché solo questa bellezza rapisce veramente i cuori e li rivolge a Dio.” Con queste note, non vorrei apparire profano; non dimentico la bellezza dell’arte biblica, ma questo sarà argomento per altri messaggi. Don Riccardo
(Il dipinto di Caravaggio della vocazione di Matteo è facilmente rintracciabile su google)