DALLA LETTERA DEL VESCOVO MARCO:
Dove vuoi che prepariamo per celebrare la Pasqua?
Dalla testimonianza di Dionigi, vescovo di Alessandria della metà del terzo secolo, sotto la persecuzione di Decio (249-251) sappiamo che i cristiani non poterono radunarsi nei luoghi di culto in occasione della Pasqua, ma non per questo rinunciarono a celebrarla: Dapprima siamo stati esiliati e da tutti perseguitati e caricati a morte; tuttavia abbiamo celebrato anche allora la festa pasquale. Ogni luogo, dove si soffriva, fosse esso un campo, un deserto, una nave, una locanda, un carcere, diveniva come un tempio per le assemblee sacre; i martiri perfetti celebravano una festa più perfetta di tutte, partecipi del convito celeste.
La liturgia domestica della Pasqua
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Come i discepoli potremmo chiedere a Gesù: “Dove vuoi che prepariamo la Pasqua … se non abbiamo chiese, preghiere, canti, sacramenti, sacerdoti?”. Ci mancano la Chiesa e le liturgie è vero, ma abbiamo l’opportunità di scoprire quello che abbiamo per celebrare la Pasqua e di cui spesso non siamo consapevoli.
Abbiamo una chiesa, è la nostra casa. Le prime generazioni cristiane hanno applicato alla famiglia il versetto in cui Gesù dice: “Dove due o tre sono riuniti nel mio nome io sono in mezzo a loro” (Mt 18,20). Giovanni Crisostomo insegnava che “la casa è una piccola Chiesa” (Commento alla lettera agli Efesini 20,6). La famiglia abbraccia tipologie assai diverse: genitori e figli, ma penso agli anziani che pur avendo figli e nipoti non condivideranno con loro la Pasqua; penso alle famiglie che a motivo delle attuali circostanze sono impossibilitate a riunirsi, vivono una separazione a causa della quarantena, del ricovero di qualche membro o per motivi di emergenza lavorativa; più ampiamente, penso ai vedovi, a parenti che vivono insieme, alle comunità religiose. Anche chi vive da solo, e ha ritmi diversi rispetto a quelli di una famiglia, troverà aiuto nei testi per la preghiera personale, ma non si senta escluso da una rete di contatti che deve alimentare, cercando, ad esempio, di unirsi alla voce e al volto di un amico spirituale per recitare una preghiera e sentirsicosì parte di una famiglia spirituale allargata.
Abbiamo dei sacerdoti in casa. Tutti i cristiani, in forza del Battesimo, sono rivestiti di quella dignità sacerdotale che li rende capaci di un rapporto con il Padre fatto di adorazione, lode, intercessione e offerta della vita come sacrificio vivente e spirituale (cf 1Pt 2,5).
Abbiamo in casa, la maggior parte delle volte, anche un altro “sacramento permanente” della Pasqua. Nella liturgia nuziale, infatti, si chiede al Signore che i novelli sposi siano “sacramento del tuo amore, perché la grazia di questo giorno si estenda a tutta la loro vita”. Anche in famiglie ferite o incomplete i membri possono essere gli uni per gli altri segni di benedizione.
Abbiamo pertanto anche la possibilità di una liturgia domestica, che non è un doppione di ciò che si fa in chiesa, ma un modo di celebrare il Signore con gesti, parole, preghiere che sono proprie della famiglia. Quest’anno la Pasqua la celebriamo soprattutto così. Le nostre voci che risuonano in casa riusciranno a riempire le nostre chiese, così da non lasciarle vuote e mute. Pregando nelle case creeremo dei ponti tra noi e le nostre comunità parrocchiali. Certamente ci si potrà collegare alle celebrazioni di Papa Francesco, del vescovo Marco e dei nostri sacerdoti. Il consiglio, tuttavia, è di non “assistere” a una Pasqua mediatica e via social, quanto piuttosto di non lasciarvi “scappare la grazia” di celebrarla tra le mura di casa. Nessuna diretta streaming sarà tanto efficace quanto i momenti di preghiera in cui è la famiglia che prega, canta, legge il Vangelo, lo commenta. Già sento l’obiezione di qualcuno: ne saremo capaci? Ne sono certo, anzitutto perché il Signore è in mezzo a voi e vi guiderà Lui stesso. Il Sussidio che trovate sul sito della diocesi è un prezioso strumento per la liturgia domestica.
Consigli pratici per la liturgia domestica
Come a Natale predisponete in casa il luogo dei segni (il presepe, l’albero, le decorazioni) così preparate il luogo dei segni pasquali. Lo potete personalizzare in base ai gusti e alla storia di famiglia: mettete il Crocifisso, un’immagine sacra, la Bibbia aperta, un cero, del profumo, un fiore. Sarebbe importante poter mettere anche un segno religioso appartenuto ai vostri cari defunti (il rosario, la catenina…) insieme alle loro fotografie. Sarà l’“Angolo bello” della vostra casa che, durante i giorni della Settimana Santa, vi ricorderà che siete una “piccola chiesa”. Per celebrare abbiamo bisogno anche di “staccare” dalle azioni che compiamo per abitudine e escludere fonti di possibile disturbo come guardare il cellulare, tenere in sottofondo la musica e la TV. Ricordiamoci, anche, di interrompere in anticipo le altre attività per avere il tempo di prepararsi alla preghiera. L’attenzione non si improvvisa. Anche il corpo prega e le sue posture composte e raccolte aiutano la preghiera. Se seguiamo la celebrazione trasmessa in TV o in diretta streaming non possiamo farlo come fosse un qualunque altro programma: vestiti come capita, facendo contemporaneamente altre cose, commentando questo e quello. Vogliamo partecipare e non semplicemente guardare la Messa e questo comporta di rispondere ad alta voce alle preghiere, anche se si è soli, e unirsi ai canti e ai gesti liturgici.
Un rito familiare è fatto di parole (non troppe), di azioni (chiare) e di emozioni (profonde). È importante dare un ritmo al tempo della preghiera. Anche la scelta di un orario abituale per pregare in famiglia sarà di aiuto. Il sussidio (che trovate in allegato) offre delle indicazioni facili. Ogni famiglia sceglierà il momento migliore per riunirsi in preghiera. I genitori, come sacerdoti della casa, preparano e guidano la preghiera distribuendo in anticipo alcune parti ai figli perché siano coinvolti a leggere, ma anche possano intervenire spontaneamente, commentando i brani biblici attraverso disegni, poesie, drammatizzazioni, canti. I genitori introducono e concludono la preghiera, che ha il momento più forte nella benedizione dei figli (indicazioni su come compiere questo gesto sono nel sussidio alllegato.