La scena descritta dagli Atti è nota: «lingue come di fuoco» scendono sugli apostoli e su Maria, radunati nel cenacolo. Nasce la Chiesa, con la Madre e i discepoli. Si abbattono i confini.
È la sera della Pentecoste.
Ma da allora lo Spirito non ha cessato di scendere: ogni giorno una lingua di fuoco fa breccia nel mondo e nella nostra vita, se sappiamo scorgerne i segni.
Ce lo ricorda padre David Maria Turoldo in una sua bella poesia dal titolo emblematico, Sia Pentecoste perenne, tratta dalla raccolta Santa Maria:
La camera alta è tutta splendore:
la sua pietà ci raduni ancora,
in unità qui convengano i popoli.
Madre, rivelaci il grande principio
poiché già da allora eri evocata
quando le cose nel Verbo creava.
Madre, disponi pur noi ad accoglierlo,
a rivestirlo di splendida carne,
resi fecondi con te dallo Spirito.
O madre, fa che la Chiesa continui
la sua preghiera concorde, unanime,
perché continui lo Spirito a scendere.
Madre, nel nuovo principio assistici,
e il mondo intero intenda le voci,
e gioia torni a riempire la terra.
O madre, sia pentecoste perenne,
e il santo fuoco consumi ogni male,
sia come il vento una libera Chiesa.
Tu del creato la santa bellezza,
tu della fine dei tempi figura,
tu l'arca viva dell'unico uomo.
Turoldo intuisce il mistero della Madre, che è all'inizio, al «grande principio», ed è alla fine, poiché Ella è «della fine dei tempi figura». Nel mezzo, la storia degli uomini, divisi dalle loro voci, ma uniti dalla forza del Consolatore. Nel mezzo, sempre, il tempo della Chiesa, chiamata a pregare incessantemente, a stare unita, «concorde» e «unanime», perché «lo Spirito continui a scendere».
Sono versi penetranti e immediati: non servono grandi commenti. Basta prestare ascolto alle parole di padre Turdolo, e meditarle.
Auguriamoci, con lui, che «il santo fuoco consumi ogni male» e che ogni giorni lo Spirito soffi... auguriamoci che «sia Pentecoste perenne», sulla Chiesa e sulle nostre vite.