di Eloi Leclerq
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In tutto il suo insegnamento, e in particolare nelle parabole, Gesù aveva presentato il regno di Dio mettendo l'accento sul suo carattere nascosto. Il Regno viene, si è avvicinato; ma dal di fuori non appare in modo eclatante; non è niente di spettacolare e di sensazionale. Non è nascosto solamente nel mistero dell'al di là, ma anche qui. Si presenta sotto il velo del quotidiano; si inserisce nello svolgimento della vita ordinaria, come il lievito nella pasta.
È presente nel cuore di un mondo familiare che ognuno di noi conosce, quello delle attività di tutti i giorni, quello dei dolori e delle gioie di tutti. Ai farisei che lo interrogavano sulla venuta del Regno e sui segni che avrebbero permesso di riconoscerlo Gesù rispose: «Il Regno di Dio non viene in modo da attirare l'attenzione, e nessuno dirà: eccolo qui o eccolo là. Perché il regno di Dio è in mezzo a voi» (Lc 17,20-21).
Così il Regno viene inosservato da coloro che si aspettano segni straordinari, fantastici. Ma se è nascosto in un presente tutto quotidiano e familiare, non è in alcun modo esso stesso una realtà quotidiana e familiare. È una prossimità del tutto nuova di Dio al mondo, una presenza meravigliosa, insperata, insuperabile, una rivelazione di tenerezza che trasfigura tutto, in modo tale che colui che la accoglie può dire in verità: «Essere qui è splendido».
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