- La scena della Genesi nel primo testamento ci prepara all’ascolto della genealogia di Gesù. Dio ha scelto la famiglia di Giuda per farvi nascere il messia. Così, infatti, apparirà in Gesù di Nazareth, nel quale si compiono tutte le profezie e le speranze bibliche.
- L’evangelista Matteo inizia il suo Vangelo con la pagina un po’ strana e insolita che abbiamo letto oggi: l’albero genealogico di Gesù. E’ la storia dell’avvento di Gesù, dei suoi antenati. però non si tratta di una semplice lista notarile. Questa pagina è piena di intenzione e ci aiuta a comprendere meglio il mistero del Dio-con-noi la cui memoria della nascita ci disponiamo a celebrare punto
Il messia atteso, il figlio di Dio, la Parola eterna del Padre, si è incarnato pienamente nella storia umana, si è radicato in un popolo concreto, quello di Israele. Non è come un extraterrestre o un Angelo che piove dal cielo. Appartiene di pieno diritto alla famiglia umana, perché così egli ha voluto. I nomi di questa genealogia non sono precisamente un elenco di santi. Vi sono personaggi famosi e altri totalmente sconosciuti. Uomini e donne che hanno vissuto una vita esemplare e altri che non sono per nulla da portarsi a modello.
Una nota particolare: in questo albero genealogico appaiono anche cinque donne. Le prime quattro non hanno nulla per cui qualcuno potrebbe essere orgoglioso se comparissero nel proprio libro di famiglia. Ruth è buona e religiosa, ma è straniera; Raab è una prostituta benchè dal cuore buono; Tamar è un’imbrogliona che inganna suo suocero Giuda per avere una discendenza; Betsabea commise adulterio con Davide. La quinta si, è Maria, la sposa di Giuseppe, la madre di Gesù. Fra gli ascendenti di Gesù vi sono sia santi che peccatori. Veramente i pensieri di Dio non sono i nostri pensieri. Appare ben chiaro che egli fa assegnamento su tutti, che costruisce la sua storia di salvezza partendo da queste persone. Gesù si è fatto solidale con questa umanità concreta, debole e peccatrice, non con una umanità ideale e angelica.
3a. Anche quest’anno celebreremo il Natale con persone deboli e peccatrici. Dio vuole concedere la sua grazia a noi e a tante altre persone che forse non sono modelli di santità. Partendo dalla nostra situazione, qualunque essa sia, vuole riempirci della sua vita e rinnovarci come suoi figli. Dio ci dà una lezione perché anche noi impariamo a guardare le persone con occhi nuovi senza disprezzare nessuno. Nessuno è incapace di salvezza. La comunità ecclesiale può apparirci debole, la società corrotta, alcune persone indesiderabili e quelle più vicine piene di difetti. Ma Gesù viene precisamente per questa specie di persone. Viene a guardare i malati, non a felicitarsi con i sani. A salvare i peccatori, non a canonizzare i buoni. Ciò per noi deve essere motivo di fiducia, e forse, di fronte agli altri, un invito alla tolleranza e una visione più ottimistica delle capacità di tutte le persone di rispondere alla grazia salvifica di Dio.
3b. La chiesa di Cristo può non piacerci, ma non possiamo scandalizzarci e rifiutarla. E’ una comunità fragile e debole ma incaricata di trasmettere e realizzare il programma di vita di Cristo Gesù. Se prima di Cristo l’elenco era quello che abbiamo letto, dopo di Cristo non è molto migliore: Cristo ha scelto Giuda, Pietro e Paolo., Paolo ha scelto Timoteo, Timoteo ha scelto i suoi amici e i nostri padri hanno trasmesso la fede a noi, che siamo fragili e peccatori, e noi la continueremo ad altri. Non è questione di mitizzare la storia della salvezza né prima né dopo Cristo. Siamo tutti poveri uomini e povere donne. Ciò che dobbiamo fare è accettarci e accettare gli altri, la chiesa intera, e riconoscere in tutti l’opera di Dio. Celebreremo Il Natale molto meglio se sapremo farci solidali con le persone che Dio ama. La salvezza è per tutti, per le persone normali, non solo per quelle sante e famose, che compiono opere spettacolari o destano stupore in tutto il mondo con i loro miracoli e le loro e le loro genialità. Dio ha scelto anche persone deboli e peccatrici. Gesù non rinnega il suo albero genealogico per il fatto di avervi incontrato persone indesiderabili.
Il Salmo 71, il Salmo del re giusto e del suo programma di governo, canta quello che sarà lo stile del re messianico: la giustizia, la pace, l’attenzione preferenziale per i poveri e per gli umili; inoltre l’universalità. Egli sarà un benedizione per tutti i popoli e tutte le generazioni della terra lo proclameranno beato.