In questo messaggio riflettiamo sull’importanza delle parole.
Oggi infatti, siamo sommersi da tante parole, forse troppe, in tutti gli ambiti e anche in quello ecclesiale. Certamente le parole sono indispensabili e insostituibili nelle relazioni umane. Anche Gesù nell’incontro con Marta e Maria a Betania ricorda che l’ascolto delle sue parole è la parte ‘migliore’, rispetto all’impegno della ospitalità.
Certamente oggi sperimentiamo una profonda crisi della parola, nel cumulo delle troppe parole, tutte affastellate, che abbiamo a disposizione. Potremmo anche considerare che molte parole non nascono coltivate nel terreno della sapienza, non sono frutto di discernimento…, ma si vanno a pescare nelle discariche dell'intelligenza, dove tutti, purtroppo contribuiamo a gettare qualcosa. Non c'è niente di più trito e ritrito, per l'uomo di oggi, delle parole.
Ci chiediamo: come cristiani sappiamo sorprendere il mondo con parole diverse, parole nuove, parole sapienziali?
Gesù stesso raccomanda di fare attenzione alle parole e al linguaggio che usiamo. Oggi le parole sono tra le cose più a buon mercato, più abusate e meno curate. Sono piazzate un po’ dappertutto, sui tavoli della banalità, della volgarità, dell’aggressività. C’è una vera e propria profanazione delle parole. Il sapiente biblico Qoèlet mette in guardia in questo senso: “c’è un tempo in cui parlare e un tempo in cui tacere” (Qoelet 3,7).
C'è poco rispetto del valore della parola e poca consapevolezza del peso delle parole. Tante volte non sappiamo quale effetto possano portare a chi le ascolta. Dovremmo considerare come le parole sono impegnative ed espressive, altrimenti potrebbero anche vendicarsi e rivoltarsi contro chi le pronuncia. Non possiamo dimenticare che le parole hanno un enorme suggestione, poiché ci mettono in relazione con il mondo, forniscono significato a ciò che viviamo e proviamo, aiutandoci a definire pensieri, azioni, emozioni, commozioni. Buddha sosteneva che le parole “hanno il potere di distruggere e di creare…, e quando le parole sono sincere e gentili possono invece cambiare il mondo”. Il potere delle parole è infinito e stravolgente. Una parola può cambiare un evento, una situazione, un sentimento, ma anche la nostra vita ed il nostro essere.
Una sottolineatura importante per noi cristiani, in questa riflessione, è l’importanza delle Parola, con la “p” maiuscola, cioè la Parola di Dio. Anche la Parola divina, se ascoltata, può avere risonanza nella nostra vita e questo possiamo comprenderlo nella preghiera. L'essere oranti nasce proprio come risonanza alla Parola di Dio ascoltata e accolta. Nell’incontro di Maria con Gesù nella casa di Betania, si dice che Maria ascoltava la Sua Parola, ma il testo non dice il contenuto che i due si sono detti…, perché la cosa più importante è proprio il fatto di ascoltare… Maria non dice nulla, tace, perché Dio a sua volta è rispettoso, educato, usa una voce molto leggera, quasi sussurrata; come è successo al profeta Elia, quando Dio davanti alla grotta in cui Elia si era rifugiato per attendere la morte, si manifesta non nel fuoco, nel vento, nel terremoto, ma “nella voce di un sottile silenzio” (1Re 19,12). Per ascoltare e dare giusta considerazione alle parole, dobbiamo dunque, prima di tutto, far tacere le chiacchiere e metterci in religioso ascolto. Proprio nell’ascolto è contenuta tutta la sostanza del discepolato cristiano, in quanto il discepolo è colui che ascolta. “Chi è mia madre, chi sono i miei fratelli, dice Gesù…, sono quelli che ascoltano la Parola di Dio e la mettono in pratica” (Luca 8,21). La familiarità, la sintonia, il diventare stirpe di Gesù, è possibile soltanto se lo si sa ascoltare rendendo le nostre parole, parole di vita.
di Don Riccardo